Chi pensava che il congresso del Partito democratico fosse finalmente finito, archiviato, è stato smentito alla grande. Perché il congresso del Pd, e le relative schermaglie tra le correnti, continuano a tutto spiano, solo che hanno cambiato sede: da via Polidori (casa provinciale dei democratici) si sono spostate nella sala consigliare di palazzo dei Priori. Già, perché ieri durante il consiglio straordinario è andato in scena un simpatico strascico. Che ha confermato come su certi argomenti il Pd sia spaccato e velenoso.
Così un paio di consigliere (prima Mongiardo e poi Troncarelli) hanno dispiegato tutto il loro affetto e stima e appoggio incondizionato (anzi, cieco), verso la Regione e soprattutto il presidente Zingaretti. Leggendo lunghi e appassionati interventi in difesa della scelta della Regione di portare i rifiuti romani a Viterbo, dando la colpa a Renata Polverini e sparando qualche cifra a casaccio. Verrebbe da chiedersi chi ha scritto questi discorsi poi declamati in aula, o anche solo chi li abbia suggerito. Citofonare Panunzi-Egidi-Melilli-Zingaretti? E fa anche un po’ di tristezza osservare questi giovani che parlano e agiscono come i vecchi: se questo è il rinnovamento del Pd, c’è da rimpiangere Livia Turco.
Lo stesso ha fatto, a sorpresa, Viva Viterbo, con la consigliera De Alexandris, una che di solito non parla mai e che stavolta ha letto (sì, pure lei) un intervento di sostegno a Zingaretti e all’assessore Saraconi (c’entra per caso il recente contributo regionale a Caffeina?), alla quale la lista civica ha offerto addirittura il suo “contributo scientifico” per risolvere la questione. E infatti in sala c’era il geologo Claudio Margottini, assessore all’Ambiente in quel di Orvieto, dove probabilmente questi problemi li hanno risolti da un pezzo, beati loro.
Tornando al Pd, completano il quadro (anzi lo incasinano ulteriormente, se è possibile) gli interventi di Arduino Troili, che si lancia in un appassionato intervento generale sulla mancanza di decisionismo che affligge questa terra dagli anni Settanta, e da come a Vienna abbia visto coi suoi occhi un termovalorizzatore in pieno centro città: “Un termovalorizzatore sicuro si può costruire”. A Vienna, appunto.
E poi Francesco Serra, che al congresso regionale era dalla parte opposta rispetto alle giovani colleghe di cui sopra. Il capogruppo del Pd ha tagliato corto, come se stesse operando al cuore un suo paziente: “Penso che non convenga avere una continuità politica con la Regione, perché così sei costretto ad accettare tutto quello che ti rifilano, anche i bocconi avvelenati. Piuttosto dobbiamo interrogarci sulla visione e la considerazione che ha la Regione, di qualsiasi colore sia, di centrodestra o di centrosinistra, nei confronti del nostro territorio. Dobbiamo avere la forza di ridiscutere questo rapporto, e non solo sui rifiuti ma anche sull’arsenico. Con la Regione dobbiamo confrontarci, non scontrarci”. Meglio se dopo il congresso del Pd.
Squallidi show di regime, ma “di genere”, quindi politicamente correttissimi.