Questa l’intervista a Enrico Panunzi uscita alcuni giorni or sono sul Messaggero a firma di Massimo Chiaravalli:
«Serra? Si studi le carte prima di parlare. Se sono il suo bersaglio preferito faccia pure, lo sfido a un dibattito pubblico, poi vediamo chi è supino». Sui rifiuti romani conferiti a Viterbo continua la lotta armata Pd contro Pd, il consigliere regionale Enrico Panunzi (foto) non ha digerito le dichiarazioni del capogruppo Francesco Serra, secondo il quale «i rappresentanti del territorio alla Pisana non devono essere così supini alle decisioni del presidente Zingaretti».
Panunzi – che atti e documenti sulla vicenda ormai se li porta sempre dietro – dopo aver usato il fioretto quando è scoppiata la polemica, ora passa all’artiglieria pesante. «Il capogruppo in consiglio comunale – dice Panunzi – parla solo per slogan. Vedo che si sta specializzando sulle posizioni anatomiche, citando schiene dritte e supini vari. Farebbe però bene a leggersi le carte, a studiare». E poi lancia il guanto di sfida. «Per far capire a tutti come stanno le cose – continua – servirebbe un dibattito pubblico. Se Serra vuole, quando Serra vuole, io sono pronto. E carte alla mano. E poi vediamo chi è supino».
Entrando nel merito del problema, secondo il consigliere regionale «il punto è capire lo stato dell’arte della situazione dei rifiuti nel Lazio e le norme che la regolano. Qualche esempio: a Frosinone vanno i rifiuti di Guidonia, a Latina buona parte di quelli ex Cupinoro». Riassumendo, «oltre cento Comuni non hanno impianti di trattamento meccanico e biologico, né una discarica di riferimento. A fronte di questa massa di rifiuti – spiega – andrebbe analizzato quanti vanno dove». Come dire, a Viterbo ne arriva una quantità se non modesta, almeno sostenibile.
E torna a dare stoccate a Serra: «Questa non è una gara a chi è più o meno bravo o supino. E’ un ragionamento a cui chi sta in questo campo non si può sottrarre. Poi certo, bisogna capire quali sono le soluzioni alternative. Tutto qua: non si tratta di vedere chi è più furbo e chi è più sprovveduto, come pensano alcuni». Se poi c’è chi vuole metterla in questi termini, «si accomodi. Se sono io il bersaglio preferito di Serra, faccia pure». Con un avvertimento: «La politica però non si fa per slogan, serve a dare soluzioni: se lui che non è supino ce l’ha, ce la dica. Io – conclude Panunzi – sono pronto a dimostrare seriamente le mie teorie. Facendo parlare le carte».
Massimo Chiaravalli
Panunzi, di carte grande studioso, non disdegna certo il tono roboante e borioso.