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“Domenico Merlani è l’uomo per noi”

Domenico Merlani

Domenico Merlani

E per fortuna che c’era il caffè. Perché la faccenda è risultata lunga, articolata, e tutt’altro che nitida. Sarà pure una guerra di poltrone, come poi qualcuno l’ha definita, ma questi senza dubbio non risparmiano colpi. Caldi e freddi. Ambientazione: Camera di commercio. Tema: elezioni del prossimo presidente. Quello che andrà a sostituire il patriarca sull’orlo del tramonto (più che meritato) Ferindo Palombella.

Dunque. Eravamo rimasti alle esternazioni della prima cordata (prima per velocità di conferenza, non per altro). Confartigianato, Ascom, Confesercenti e Federlazio han detto la loro. “Puntiamo al progetto e non alla persona – questo il sunto dei rappresentanti – Siamo pronti al dialogo purché sul trono non venga proposto Domenico Merlani”.

Sponda opposta, ovvero tutti gli altri. “Merlani è quello giusto. Avanti con lui”. Parola di Cna, Unindustria, Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Confcooperative, Lega delle cooperative, Cgil, Cisl e Uil. Firmatari del “Patto per lo sviluppo dell’economia della Tuscia”. Presentato ieri in Biblioteca. Un “patto”, manco a dirlo, che poi sarebbe un progetto. Probabilmente manco troppo distante da quello degli avversari. Ci si chiede così se tra le parti ci sia stata una chiacchierata prima di prendere strade diverse (pardon, opposte). “Ho tentato di far leggere il documento a tutti – spiega il timoniere di Unindustria – Questi che vedete mi hanno capito, gli altri o non hanno accettato o non hanno nemmeno risposto”.

Bene. Eppure si vociferava che non c’erano stati contatti… Comunque, questo stallo porterà ad un coma farmacologico interno al consiglio e quindi ad un’incapacità di operare? “Non credo che ad oggi siamo in parità – prosegue Domenico l’imprenditore – E anche se lo fossimo sono sicuro che i seggi saranno occupati da persone intelligenti. Vincerà il buonsenso”. E la storia che Merlani nulla ha a che fare con le piccole aziende? Essendo un costruttore di alto rango. “Bugie – chiude secco – Chiedete a chi mi conosce bene. Ho sempre dato spazio a loro. Così come non capisco chi è convinto che non avrò tempo per svolgere l’incarico. Se non lo avessi non starei qui”.

Tra i Domenico boys come detto ci sta anche la Cna. Che, a differenza di Roma (attraverso il movimento 97.6), ha scelto il casato opposto. Seppur in altre iniziative ha spalleggiato Rete Imprese (sempre sull’altro versante). Perché? “Semplice – stavolta il microfono passa a Angelo Pieri, direttamente interessato – Le logiche della capitale non sono le nostre. La consultazione coi vertici nazionali è stata chiara”. E i sindacati invece? Pelecca, Perinelli e Turchetti non hanno dubbi. “Il cavallo giusto per fare sistema ed uscire dalla crisi. Dobbiamo e vogliamo ripartire così”. Interessante infine il parere di Renzo Pini, per Cia. “Sponsorizziamo l’alternanza da sempre, logica e strutturata”.

Nel pieno del marasma però il tanto caldeggiato progetto rischia di passare in secondo piano. Cosa vuol fare Merlani? “Abbattiamo questo provincialismo – chiude – Attraverso la coesione. Questa squadra sarà innovativa, dimostrerà a Renzi e tutti gli altri scettici che l’ente è indispensabile. Che si rinnoverà, trasformandosi, e abbracciando tematiche vitali quali il credito alle imprese, l’internazionalizzazione, il rapporto con le istituzioni locali, la formazione. E ancora snellimento, miglioramento delle strutture, ambiente e molto ancora. Prima entriamo, poi pianificheremo le strategie a seconda delle capacità dei vari soggetti interessati”.

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1 Commento

  1. Giorgio Molino ha detto:

    Che a Viterbo ci siano degli “intoccabili” non è sicuramente una novità.

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