Sono andato “in fissa” per “Braccialetti Rossi”, la fiction in onda su Rai1 la domenica sera. Nella quarta puntata, di sei, è morto uno dei personaggi principali, Davide, “il bello” del gruppo, e questo ha scatenato migliaia di commenti sul web. Questo è il mio: ho letto il messaggio di Giacomo Campiotti, l’eccellente regista di “Braccialetti rossi” che, tra le altre cose, dice di aspettare la fine della fiction prima di dare giudizi sulla stessa. Rispetto l’esortazione, ma un primo giudizio mi sento di darlo, ed è che questa fiction è il programma più “influente” verso i giovani che sia stato prodotto in questi ultimi anni.
Tutto bello e credibile, sceneggiatura, cast, colonna sonora… veramente ineccepibile. E sì che la tematica non era semplice ed il successo per niente scontato.
Però. Però non ho capito l’idea di far morire il personaggio di Davide nella quarta puntata. E non perché non lo vedremo più, o perché Mirko Trovato è bravo e piace alle ragazzine o cose del genere. Non l’ho capito perché non comprendo a chi possa giovare un colpo del genere così forte in una serie che faceva della positività nell’affrontare situazioni disperate il suo cavallo di battaglia.
In fin dei conti, il personaggio cominciava solo ora ad essere sfruttato. Finora era solo lo “stronzetto” che stava iniziando ad assaggiare un po’ di vita vera. C’era tutto il percorso di cambiamento caratteriale da completare. Ssarebbe stato un altro bell’esempio per i giovani e invece, è stato tutto compresso in una mezz’ora di escalation di dolore. Lo ammetto, ben bilanciata dal compleanno di Leo che però, proprio per la “concomitanza”, ha perso di rilevanza. Ora la “squadriglia” (non posso evitare di esprimermi con terminologia “scout”) ha perso un pezzo da 90 e non sarà più la stessa.
Si dice che “Braccialetti rossi” sia come la vita, e che la morte ne sia l’unica certezza. Sì, ma questa è una fiction. Per la tristezza della vita c’è la realtà che, molte volte, è triste e disperata. Finora le tematiche più drammatiche erano state affrontate con geniale leggerezza e, per questo, la serie aveva raccolto unanimi consensi che, mi auguro, manterrà.
Ma era davvero necessaria questa accelerazione di tragicità che ha gettato nello sconforto milioni di fans, non solo ragazzine? In fin dei conti, la morte è ben presente anche in un altro grande classico contemporaneo del cinema e della letteratura: Harry Potter. Ma la Rowling non fa morire né Harry, né Ron e né Hermione. Per quale motivo, quindi, la storia di Davide è finita così presto?
Beh, non abbiamo ancora visto il cadavere, perciò non si può mai dire. Per uno “fissato” per i fumetti Marvel come me, non ci sarebbero problemi se la coscienza di Davide fosse traslata in un corpo identico, clonato dalle cellule dello stesso – il medico aveva detto che lo stavano “studiando” – nei giorni precedenti. Ma non credo che possa accadere.
E allora voglio indicare una via d’uscita, lieto poi di essere smentito. CCredo che nessuno avesse preventivato un successo così grande e unanime per “Braccialetti rossi”. Credo che il regista e lo staff, ad un certo punto, abbiano sentito il bisogno di ripararsi preventivamente da quella parte di critica che avrebbe potuto accusarli di aver fatto una fiction troppo buonista e giovanilistica, con tanti sentimenti ma, forse, un po’ banale.
Non sapendo se fosse arrivato il successo di pubblico, almeno, si sono messi al riparo dal “fuoco amico” dei media. Cavoli, abbiamo fatto morire uno dei protagonisti più amati. Non veniteci a dire che siamo troppo melensi.
In fin dei conti, la Rowling ha scritto il primo “Harry Potter” quasi per scherzo, facendo una paccottiglia tra X-Men, Scoutismo, favole ottocentesche e magia. Poi, visto che funzionava alla grande, ha tessuto tutto il capolavoro che conosciamo. Qui, invece, è stato girato tutto insieme e non si sapeva se sarebbe stato un successo o un fiasco. Personalmente ero molto scettico, almeno per il primo quarto d’ora della prima puntata. Avessero saputo delle reazioni e delle emozioni che “Braccialetti rossi” è stato capace di scatenare… beh, credo che avremmo ancora Davide presente nella fiction.
Caro Moricoli, c’è fissa e fissa, come le potrebbe facilmente insegnare qualche nativo della terra di Partenope.