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Berrettini, dalla Viterbese al mal d’Africa

Paolo Berrettini premia Mattias Vegnaduzzo

Paolo Berrettini premia Mattias Vegnaduzzo

Due calciatori in fuga. Anzi, due ragazzini, 16 e 17 anni. Via dal Congo, la Repubblica del Congo (dittatura con capitale Brazzeville, da non confondere con la confinante Repubblica democratica del Congo) e scomparsi per le vie di Roma. Una scena non nuova nel mondo dello sport – si veda gli espatri di tanti atleti comunisti ai tempi della Guerra fredda – ma che ancora si ripete specie quando le squadre di Paesi più poveri, quasi sempre africani, si trovano in Europa per partecipare a qualche torneo.
In questo caso, parliamo della Nazionale under 20 congolese, in Italia per partecipare al torneo giovanile di Viareggio (dove è stata eliminata agli ottavi di finale dalla Sampdoria) e affidata alla guida di un allenatore conosciutissimo a Viterbo. Si tratta di Paolo Berrettini, il popolare “baffo di Narni”, che guidò la Viterbese nella stagione 1991-92, sfiorando la promozione in serie C2. Conclusa l’esperienza in gialloblu, e dopo aver guidato diverse nazionali giovanili in Italia, Berrettini cede al mal d’Africa, e comincia un originale pendolarismo tra il Continente nero e la verde Umbria: prima in Senegal, dove guida la Nazionale giovanile e il club locale più importante, il De Camberene (praticamente la Juventus senegalese), portando con sé il fedele Claudio Bucca, preparatore dei portieri viterbese scomparso qualche anno fa. Tra parentesi: anche allora si verificò un episodio di fuga di massa. E adesso il Congo, dove è tecnico della Nazionale ma anche responsabile del centro di formazione di calciatori. Quando non è laggiù, però, Berrettini non manca mai alle partite casalinghe della Viterbese: posto fisso in tribuna centrale, tanti amici e tifosi che vanno a rendergli omaggio prima del calcio d’inizio o nel dopopartita.
Dopo l’esperienza di Viareggio, i giovani del Congo erano rimasti a Roma, dove avevano affrontano mercoledì scorso in amichevole una formazione giovanile giallorossa, e dove aspettavano il volo per tornare a casa.
Sabato però, nel grande albergo in zona Spinaceto che ospitava la delegazione africana, ecco la fuga: i due giovani calciatori che, usciti per una passeggiata, non si ripresentano all’appello. Scatta subito l’allarme, e la denuncia dei dirigenti della federazione congolese alle autorità italiane. Qualcuno sostiene che la fuga sia stata preparata da tempo nei minimi dettagli, attraverso un contatto esterno via Facebook: “Per quanto ne so può essere stata organizzata anche dal Congo”, ha detto Berrettini. Se davvero fosse premeditata, ecco che i due baby africani ora potrebbero essere già altrove, magari in Francia (nazione con cui hanno affinità linguistica) per raggiungere qualche conoscente. A Berrettini non resta che tornare a Narni, e magari al Rocchi, nell’attesa della prossima avventura tra i misteri e le fughe del calcio africano.

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1 Commento

  1. Giorgio Molino ha detto:

    Viva il pallone, abbasso i pallonari vivaviterbicoli!

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