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Bagnaia: tante idee, ma in ordine sparso

bagnaia (1)In ordine di apparizione. C’è Cristiana che ha fondato il Comitato e si batte per l’autonomia.  Poi ci sta Franco, che faceva l’assessore e adesso porta la gente al monte. Leonardo lo accompagna, pure se di mestiere fa l’editore. Giannella invece va a passeggio con le bacchette. Salomone preferisce il cavallo. Michela s’arrampica sulle rocce e vuol riaprire la torre. Agostino è divulgatore e deve costruire il fortino. Laura pensa all’enogastronomia. Silvia è per adottare il lavatoio e dargli nuova vita. Il professore volge lo sguardo agli spazi abbandonati. E infine spunta Arduino, che s’è preso la bega di raccogliere tutta questa bella gente per farla parlare.

Ecco le professionalità di Bagnaia. Per la prima volta messe l’una accanto all’altra come un mazzetto d’asparagi. Merito di Arduino, appunto. Troili. Consigliere comunale e folle amante (nemmeno troppo segreto) della frazione. O ex Comune, se si preferisce. Perché l’identità culturale e le tipicità presenti in loco sono quelle di un vero e proprio paese indipendente. Gora Bagnaia, per dirla alla basca.

Accorpare tante capocce non è stato facile. Ancor più difficile sarà proporgli un progetto che li veda tutti protagonisti, in ottica di marketing territoriale e sviluppo turistico. Perché ognuno dice la sua. Ognuno propone e motiva ciò che gli riesce meglio e che vorrebbe “vendere” al curioso di passaggio. Così viene illustrata l’idea del Parco delle streghe. Dei sentieri da percorrere come meglio si crede. Dell’area bimbi da costruire nel fazzoletto giusto. Dell’incoming (quanto piace ‘sta parola). Del copiare dall’Umbria o dalla Toscana. E via dicendo (per più di due ore di conferenza). Tutto molto giusto e tutto molto piacevole. Anche perché le linee guida provenienti dai Palazzi ormai parlano chiaro: difendetevi dalla crisi con ciò che avete in casa. Puntate sul turismo. Ok, ma come?

“Faremo il parco e pure l’ufficio turistico in piazza – esordisce così il collante Leonardo Michelini, primo cittadino e quindi pure primo uditore – Ma partiamo da ciò che attira. Villa Lante. Inseriamola in una rete di giardini della Tuscia, ce ne abbiamo tanti. Stupendi. E la Villa è il più importante. A tal riguardo c’è anche una pratica Unesco ferma, riapriamola. Quello è l’epicentro. Poi di contorno il resto, da tutte le attività descritte allo spostamento del parcheggio bus. Rivediamo il municipio. Una più accurata pulizia. E via dicendo”.

E qui si ritorna all’annoso problema dello Stivale, dove tutti fanno tutto e niente funziona. A capo di quest’operazione chi ci si ficca? “Dobbiamo lavorare alla svelta – prosegue il sindaco – Se i tecnici interni hanno altro a cui pensare affideremo l’incarico ad un privato. Vogliamo dare una scossa a questo posto? Cominciamo con la comunicazione. Facciamolo conoscere. Sono stato alla Bit a Milano, in tanti mi si sono avvicinati interessati, non avevo nemmeno una brochure da lasciare. È assurdo. Siamo vittime dei nostri stessi ritardi”.

Gli intenti sono buoni quindi, ma mancano le basi. E, soprattutto, le competenze atte al raccordo, allo studio, all’ideazioni, al rendere pratica la teoria. Perché se per fare una casa si parte dal disegno dell’architetto, per sviluppare quanto appena descritto occorre un programmatore turistico a capo di una squadra competente. Altrimenti le chiacchiere rischiano di rimanere tali. Ai posteri la sentenza.

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1 Commento

  1. Giorgio Molino ha detto:

    L’aria fritta non costa niente e spesso fa pure contenta la cosiddetta ggggente.

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