Il committente torna sempre sul luogo del delitto. Così, due mesi dopo, ecco la visita di promotori e sponsor all’interno della chiesa di Santa Maria Nuova. E’ giunto il tempo di fare il punto sul recupero della coppia di cappelle in fase di restauro.
Le operazioni si sono concentrate (ad oggi) esclusivamente su quella di sinistra, la Monaldeschi. “Senza dubbio la più difficile sulla quale intervenire, per via di una pellicola pittorica delicata – confessa il direttore dei lavori Emanuele Joppolo, affiancato da Adolfo Gusman – Nonché la più antica. Stiamo riscoprendo con estremo piacere i colori brillanti e cangianti tipici del Medioevo. La crocifissione è di chiara impronta cimabuesca. Stupenda”.
E l’entusiasmo è contagioso. “La nostra è una visita di cortesia, non di controllo. Joppolo è fidato, si può lasciar solo tranquillamente – ci scherza sopra Luigi Manganiello, finanziatore tramite la Banca di Viterbo, Credito cooperativo – Che sia benedetto però il nostro intervento. Guardate che meraviglia, e pensate a quando sarà terminato”.
Tocca poi a Mario Moscatelli spendere due parole. Lui che, attraverso il Rotary club, ha ideato l’operazione (inserita all’interno del progetto “Viterbo città d’arte”). “Siamo per le cose concrete – annuncia a nome del distretto 2080 – E questo ne è un esempio. Diamo risalto alle bellezze del territorio. E ringraziamo gli amici come Luigi che ci sostengono”.
La palla torna poi tra le preziose mani di Joppolo, che scende sul tecnico. “Siamo partiti da una prima pulitura, mediante strumentazioni all’avanguardia come la tecnologia laser. E subito ci siamo resi conto delle similitudini col Duomo di Siena. Basta osservare la malachite, il cinabro, il minio e diversi altri pigmenti. Certo, ora ci vorrebbe qualcuno che ce lo confermasse. In ogni caso siamo nei tempi, per febbraio terminiamo questa e contiamo di passare alla Aldobrandini. Chiuderemo così il cantiere per fine maggio. A costo di starci giorno e notte”.
E nella stanza dei bottoni (col suggerimento dei parroci don Angelo e don Mario), si pensa già alla ciliegina sulla torta. L’idea è quella di portare in loco il noto critico Philippe Daverio, che proprio in questi giorni ha parlato a lungo su Rai5 delle bellezze presenti a Santa Maria Nuova. Spunta anche il nome di Vittorio Sgarbi, ma proprio don Angelo chiude subito l’ipotesi: “Sapete quanti anni ho? Sto qua dentro dal ’51. E chi lo gestisce a quello?”.
Anche questa è una Viterbo che ci piace.