Al lupo, al lupo. Chissà, se Cappuccetto rosso avesse avuto una fotocamera digitale avrebbe fatto uno scatto storico, uno scoop: d’altronde non capita tutti i giorni di vedere un lupo dentro un letto, per di più travestito da vecchina. Quell’immagine avrebbe fatto il giro del mondo, e sulla rete sarebbe diventata virale. Oppure magari il cagnaccio cattivo si sarebbe mangiato Cappuccetto e la sua digitale, per un’abbuffata mitica alla faccia dei problemi digestivi.
Dalla favola alla realtà, ecco che la Provincia di Viterbo annuncia con giustificato orgoglio di aver acquistato cinque fototrappole attraverso le quali la polizia provinciale monitorerà la fauna selvatica, in particolare il lupo. “Intervento necessario dopo l’incremento dei danni provocati dai lupi agli allevamenti in Alta Tuscia”. E anche a quanto pare dalle parti della Maremma, Monte Romano e Tarquinia in particolare.
Mossa saggia, dunque, visto che la fototrappola è un aggeggio che non fa male a nessuno, ma che viene piazzata nei punti strategici di passaggio della fauna selvatica (abbeveratoi, boschi, macchie) e si attiva non appena qualche animale attraversa la sua visuale, attivando il sensore. A quel punto, flash, e l’immagine viene scattata e salvata nella memoria, per poi essere controllata e registrata dagli agenti della polizia provinciale. “Dopo faremo una specie di censimento, e avremo un dato reale sulla rilevanza del fenomeno, per poi pianificare eventualmente le azioni di prevenzione”, ha spiegato l’assessore Roberto Staccini. “Gli attacchi a ovini e caprini negli ultimi tempi hanno registrato una vera e propria escalation”, ha chiosato il presidente del Consiglio provinciale Francesco Bigiotti, che è anche sindaco di Bagnoregio.
In attesa di vedere le foto di qualche simpatico lupacchiotto, magari vestito da vecchina (o basterebbe pure con una maglia di Totti addosso), vale la pena proporre umilmente un’estensione della videosorveglianza all’interno della Provincia stessa, in via Saffi. Dove da mesi va avanti una crudele caccia all’uomo senza esclusione di colpi, che ha prodotto crisi, dimissioni, rimpasti fino all’annunciato addio del presidente Meroi stesso, lo scorso 13 gennaio. Il sospetto è che le fototrappole potrebbero immortalare anche da quelle parti dei pericolosi carnivori assetati di sangue. Iene e sciacalli, per esempio: della stessa famiglia dei lupi.
La Provincia grida: “Al lupo, al lupo”
di Andrea Arena
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Altro titolo ingannatore: per un momento abbiamo esultato pensando che si trattasse di uno scoop sull’identità di chi ha passato di recente documenti riservati della ASL inerenti il dottor Serra al Messaggero.