A’ la guerre comme à la guerre. Raffaela Saraconi non molla neanche di un millimetro sulla letteraccia che giorni addietro ha scritto nei confronti del suo collega Alvaro Ricci, accusandolo senza mezzi termini, di invasione di campo. Raggiunta telefonicamente, dapprima afferma di non voler parlare della vicenda, poi però si lascia andare, confermando tutte le accuse.
La lettera è stata inviata (e sembra sia stata anche fatta protocollare) pochi giorni prima di Natale, ma la notizia è stata resa nota ieri mattina da Il Messaggero, con un articolo di Simone Canettieri.
Questo, comunque, il testo del colloquio:
Assessore Raffaela Saraconi (Lavori pubblici), cos’è questa storia della lettera che avrebbe scritto al suo collega Alvaro Ricci (Urbanistica e centro storico)?
“Non è niente, preferisco non parlarne”.
Ma esiste, questa lettera?
“Esiste. Ma considero la faccenda finita”.
E’ una lettera ufficiale? Protocollata?
“E’ una lettera e basta”.
Ci aiuti a capire meglio.
“Ho invitato il collega Ricci a rispettare le sue competenze. Tutto qui, una cosa tra me e lui”.
Perché, Alvaro Ricci si occupava anche di questioni non sue? Ha commesso invasione di campo?
“Ho letto troppe volte sulla stampa delle uscite dell’assessore su iniziative e opere che riguardavano il mio assessorato”.
E di cosa parlava, Ricci? Delle mura? Dell’ascensore a Valle Faul?
“Lasciamo perdere. All’ennesima volta, ho preso e gli ho scritto”.
E’ gelosa del suo operato, assessore Saraconi?
“Intanto, il sindaco ci ha dato delle deleghe. Ognuno, qui, si occupa di argomenti specifici. E’ un lavoro di squadra, in sinergia, ma a ciascuno il suo. Vale per tutta la giunta”.
Poi?
“Poi succede che se uno commenta una questione che non ha seguito personalmente, magari non è a conoscenza di tutti gli aspetti della vicenda. Omette qualcosa, o peggio distorce. E c’è anche la stampa magari che non capisce bene”.
Meglio parlare delle cose che si hanno per le mani.
“Io seguo le mie faccende dalla mattina a sera, ho il quadro completo della situazione, dei miei lavori”.
C’è altro?
“La sottoscritta non si sognerebbe mai di finire sul giornale per parlare di cultura, o che so, di pubblica istruzione, o di urbanistica. Non mi permetterei mai”.
Però tra lavori pubblici e urbanistica è scontato che si proceda a braccetto…
“La sinergia è un conto, l’appropriarsi è un altro. Siamo come un’orchestra, qui”.
Un’orchestra?
“Ha presente? Ognuno suona il suo strumento, non stona, e viene fuori una bella musica”.
Si è chiarita con Ricci?
“Per me, ripeto, è finita qui”.
Nero su bianco. Che oggi rappresenta una patata bollente, sia per il sindaco Michelini, che per tutta l’amministrazione. Giacché sarà difficile lavorare in una giunta dove due assessori – con deleghe sinergiche – non si parlano.
E’ finita a sarache, anzi a saraconi tra i due assessori.