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Ma Andrea Egidi mangerà il panettone?

Andrea Egidi con Manuela Benedetti

Andrea Egidi con Manuela Benedetti

Chissà se mangerà il panettone. Una volta questa frase si addiceva a qualche allenatore di squadra di calcio i cui risultati erano tutt’altro che brillanti. Ma in questo periodo è risuonata più volte per disegnare il futuro – quanto mai incerto – di Andrea Egidi, riconfermato segretario provinciale del Pd lo scorso ottobre grazie al voto degli iscritti e poi travolto dalla valanga renziana dell’8 dicembre (2013) che a lui deve aver tanto ricordato l’8 settembre (1943).

Già, perché quel voto della Madonna (nel senso che è avvenuto il giorno della festa dell’Immacolata)  ha dimostrato ancora una volta la distanza siderale esistente oggi, a tutti i livelli, tra i partiti e i loro apparati da una parte e i cittadini dall’altra. Anche a Viterbo. Dove a ottobre hanno votato in 2.700 e a dicembre in 15 mila. Dando al sindaco di Firenze quasi il 70 per cento dei consensi.

E il povero Andrea Egidi che, grazie ai soliti accordi politici, l’aveva sfangata nel girone d’andata, è stato letteralmente asfaltato in quello di ritorno, quando ha votato la base. Quella vera, che non risponde alle logiche dei ras di paesello, ma che è andata ai gazebo ragionando con la sua testa e che ha chiesto, a gran voce, una sola cosa: cambiare, cambiare, cambiare.

E adesso che succede? Intanto il buon Andrea, che per completare la segreteria ha ascoltato il consiglio di aspettare l’8 dicembre, una castroneria l’ha già fatta: quella di nominare sua vice Manuela Benedetti, ragazza preparatissima ma molto vicina a Enrico Panunzi. E ai renziani questa cosa, soprattutto da lunedì scorso, ha provocato diverse rosure. Sembra comunque che qualche approccio tra il segretario e i latori della nuova linea ci sia stato, ma da Francesco Serra e company è arrivato un messaggio chiaro: “Non vogliamo una o due poltrone in più come contentino. Vogliamo un Pd diverso, che diventi protagonista anche a Viterbo, che sia finalmente il partito del fare, che detti un programma da condividere soprattutto con Comune e Regione, entrambe governate dal centrosinistra”.

Il buon Andrea è subito corso ai ripari, avendo capito l’antifona, e ha proposto un  cambiamento immediato (e ti pareva) nel programma del Pd  viterbese. Purché ovviamente non sia cambiato (leggi: defenestrato) lui stesso. Vedremo nelle prossime ore quali sviluppi avrà la vicenda, ma è pacifico che ormai la “renzite” sta dilagando, costringendo tutti (o quasi) i cuperliani viterbesi ad acrobatiche inversioni a “U”.

Un esempio? Il verbo fioroniano dispensato sabato scorso dal leader Beppe alle sue truppe in quel di San Martino, in occasione dei tradizionali auguri natalizi. Anche lui ha dettato una specie di rivoluzione copernicana (abolizione del Senato, riduzione del numero dei deputati, nuova legge elettorale e via dicendo), diventando in men che non si dica “un renziano a sua insaputa”.

Ma la vera domanda è: riuscirà il povero Andrea Egidi a mangiare il panettone?

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1 Commento

  1. Giorgio Molino ha detto:

    Il problema, per Egidi, sarà la farcitura del panettone. La nostra esperienza ci dice che per codesta farcitura gli amici e compagni di partito dell’ormai non più arrembante sposettiano utilizzeranno una sostanza marrone all’apparenza molto simile al cioccolato. Occhio, Andrè!

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