Anche se le amministrazioni comunali, che hanno dormito sonni profondi per anni, ora sembra si siano attivate per la soluzione del problema, appare ancora lontana la fornitura di acqua potabile nelle abitazioni dei cittadini. E ciò che è emerso dalla riunione del comitato di Viterbo “Non ce la beviamo” che ha messo a fuoco la distanza “chilometrica” che ancora non si riesce a colmare tra la richiesta dei cittadini di acqua potabile e tutela della salute e la risposta delle istituzioni. Gli impegni presi infatti si dilazionano nel tempo, grazie a provvidenziali proroghe e auto proroghe. Nonostante l’evidenza, persiste in molti amministratori pubblici la sottovalutazione della gravità della situazione igienica sanitaria.
La dottoressa Antonella Litta, nel suo intervento alla manifestazione, ha ripetuto quanto sia importante tenere presenti i dati epidemiologici che la dimostrano e quanto sia necessario intervenire decisamente per la soluzione del problema. Eppure ancora persiste nelle istituzioni il tentativo di silenziare la realtà e mettere a tacere il malcontento della popolazione, che pur essendo consapevole dell’importanza della battaglia civile, mugugna soltanto, ma non partecipa in massa come dovrebbe alle manifestazioni.
Ho espresso l’adesione del comitato acqua potabile e ho chiesto ancora una volta di non sottovalutare l’emergenza sanitaria. Ho quindi riproposto la richiesta avanzata anche da Daniele Cario, al sindaco di Viterbo e a tutti i sindaci di far portare acqua potabile nelle abitazioni dei meno abbienti, degli anziani, delle donne incinte e dove ci sono bambini. Ho poi comunicato ai presenti che il Giudice di pace di Viterbo ha dato ragione ai cittadini nelle cause, sostenute dal comitato acqua potabile, contro i gestori del servizio idrico (Comuni e Talete) . Gli enti gestori sono stati condannati, infatti, al risarcimento di 1000 euro e alla riduzione del canone acqua del 50%.
La magistratura ha finalmente sancito il diritto all’acqua potabile e l’acqua consumata, se distribuita non potabile, deve essere pagata il 50% in meno. L’entusiasmante vittoria delle prime cause, con la condanna dell’ente gestore Talete al pagamento di 1000 euro a persona (che sta effettuando in questi giorni tramite assegni intestati agli aventi diritto) e alla emissione di bollette con la riduzione del 50% , dimostrano la validità della battaglia che il comitato acqua potabile e i cittadini hanno da tempo intrapreso. Il rispetto del diritto all’acqua potabile passa attraverso la condanna in sede civile degli enti gestori.
Mi ritengo pienamente soddisfatto di questa grande vittoria, anche se il comportamento delle istituzioni responsabili di aver sottovalutato il danno alla salute dei cittadini e di aver messo il silenziatore alle giuste rivendicazioni andrebbe esaminato in sede penale. Non si può, infatti, consapevolmente e impunemente avvelenare la gente. E questo è stato fatto per anni, nascondendo la verità sui dati allarmanti, ad alto rischio sanitario, asserendo che ciò avrebbe comportato danni all’economia. Ecco perché chiedo, ancora una volta, il monitoraggio sulla salute di tutti i cittadini, a cominciare dai bambini .
Il 26 dicembre 2013 scade un’altra deroga alla legge 31/2001, che recepisce la direttiva europea del 98, che stabiliva il contenuto di piombo nell’acqua potabile in 10 µg/l. La deroga aveva consentito che nell’acqua potessero esserci 25 microgrammi litro. Quali sono i Comuni che hanno osservato i dettami della legge? Quali Comuni distribuiscono ancora acqua attraverso tubature contente piombo in dosi superiori alle consentite per legge?
Sono altri interrogativi che pong alle istituzioni Provincia, Regione Lazio, Asl di Viterbo. I siti comunali non sembra riportino dati su questo minerale. Anche il sito della Asl che espone chiaramente i dati sull’arsenico, tralascia di esporre dati sui minerali pesanti e sulle microcistine dell’alga rossa presenti nell’acqua distribuita nei Comuni. La confusione e la difficile visione dei parametri sui moltissimi siti comunali non permette come al contrario dovrebbe avvenire la giusta informazione della popolazione.
Le istituzioni non possono ignorare ancora queste richieste e la richiesta di informazione corretta sulle attività che vengono poste in essere perché venga garantita acqua veramente potabile e con essa la salute dei cittadini. I responsabili del comitato saranno presenti, oltre che a Ronciglione, a Viterbo il mercoledì dalle 16,30 alle 18,30 presso la UIL corso Italia 68, 2° piano, per assistere i cittadini nella pratiche per il risarcimento e la riduzione del 50% del canone acqua, come prescritto dalle leggi e sancito dalle ultime sentenze e per la sottoscrizione delle richieste. Questo perché il diritto all’acqua potabile venga rispettato.