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Centrale dell’Alfina a rischio sismico

Il campo geotermico di Torre Alfina

Il campo geotermico di Torre Alfina

Ho presentato in VIII Commissione Ambiente la scorsa settimana una interrogazione a risposta immediata sulla spinosa questione degli impianti geotermici pilota di cui uno previsto in una zona ad alto rischio sismico, come quella dell’Altopiano dell’Alfina al confine regionale tra Umbria e Lazio. A rispondere è stato il Sottosegretario all’Ambiente Marco Flavio Cirillo. Ragione dell’interrogazione è la necessità di mantenere alta l’attenzione su questa tematica e soprattutto cercare di riportare le competenze in materia di Valutazione di impatto ambientale alle Regioni interessate.

Oltre a incontrare il parere negativo della popolazione locale e delle associazioni ambientaliste, il progetto pilota della società ITW-LKW Geotermia Italia trova infatti ostacoli anche in Parlamento, dove si chiede di rivedere le modificazioni apportate alla Legge 9 agosto 2013, che ha disposto che gli impianti geotermici pilota sono di competenza statale, soprattutto nel rilascio dell’autorizzazione relativa all’analisi di impatto ambientale.

Tra l’altro esiste difformità tra il progetto al quale nel 2011 la commissione accordò parere positivo e quello sottoposto a Via: inizialmente infatti le centrali previste dal progetto della Società ITW-LKW Geotermia Italia erano due, di 5 mw l’una, rispettivamente ricadenti nei territori dei Comuni di Acquapendente e di Castelgiorgio con l’utilizzo di tre pozzi già esistenti, residuo della attività dell’Enel in quell’area. Ad oggi la società ITW&LKW invece inizierebbe con la costruzione della sola centrale nel Comune di Castelgiorgio, ma anziché tre pozzi in totale, ne aprirebbe nove solo per quella porzione, impossibilitata tra l’altro a sfruttare i pozzi già esistenti dell’Enel che reputati pericolosi, nel frattempo sono in fase di chiusura.

Alla risposta del Governo, che illustra quanto fatto sino ad ora in merito alla questione, mi sono dichiarata solo parzialmente soddisfatta. Prendo atto che in questo momento il procedimento istruttorio di Via è in attesa di chiarimenti relativi alla difformità del progetto sottoposto a valutazione di impatto ambientale, rispetto a quello originariamente presentato per ottenere il provvedimento autorizzatorio ma la risposta nulla dice in relazione alla possibilità che gli impianti geotermici pilota tornino a sottostare alla Via Regionale e a quanto previsto dalla cosiddetta Direttiva Seveso. Ricordo inoltre che l’altopiano dell’Alfina è un’area interessata da vincolo paesaggistico apposto nel 2011 dal Ministero per i Beni culturali oltre ad essere una zona sensibile dal punto di vista sismico e chiede infine, proprio in relazione a quest’ultimo aspetto, che venga fatto quanto nelle possibilità del Ministero stesso per scongiurare ogni rischio di sismicità indotta derivante dalla realizzazione del progetto in questione.

E’ necessario che il Ministero incoraggi gli studi sulla microsismicità indotta da attività umane svolte nel sottosuolo, quale è l’uso delle risorse geotermiche e che ne diffonda i risultati. La piana dell’Alfina è una zona già classificata come area sismotettonica sensibile: ritengo sarebbe un errore promuovere lì attività umane che possano aggravare il rischio di sismicità e compromettere l’incolumità della popolazione. Inoltre, anche per gli impianti geotermici pilota, è necessario che la Valutazione di impatto ambientale torni ad essere espressa dalle Regioni in cui i territori indicati risultano ricadenti, come del resto avviene per gli impianti geotermici non considerati pilota.

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