“E’ un riconoscimento bellissimo, soprattutto meritato, perché quella di Renée Abou Jaoudé, la ricercatrice universitaria che ha aperto una pasticceria nel centro storico di Viterbo, è la storia di una scelta compiuta con grande coraggio e con l’entusiasmo di partecipare alla valorizzazione del territorio e dei suoi prodotti, puntando sulla capacità di ricerca e di innovazione e lavorando sulla qualità”. Luigia Melaragni, segretaria della Cna di Viterbo e Civitavecchia, ha espresso le congratulazioni dell’associazione alla giovane pasticcera, il cui locale, Le Cose Buone, al numero 66 di via della Marrocca, nel cuore della città, è stato premiato con una stella dalla Guida Foodies 2014 del Gambero Rosso.
Sono solamente 40, in Italia, sui 1.200 recensiti, i “posti del cuore, scelti per proposta, atmosfera, contemporaneità nello stile, nella fruizione e nell’offerta gastronomica”, contraddistinti dalla stella: 18 per la categoria “mangiare”, 22 per la categoria “comprare” (dove compare Le Cose Buone, che rappresenta il Lazio con un’azienda di Roma) ovvero “tutto il meglio per acquisti golosi da assaporare a casa o per sfizi da consumare al volo”.
“Una settimana fa, in un seminario tenuto dal Comitato per l’Imprenditoria Femminile presso la Camera di Commercio, si è parlato della fuga, dall’Italia, dei cervelli e dei costi altissimi che questo fenomeno ha per lo Stato. Renée Abou Jaoudé ha scelto di non scappare all’estero e ha investito in un mestiere artigiano, non senza fatica ma con passione e intelligenza, mettendo a frutto le sue conoscenze e l’attitudine alla ricerca -dice Melaragni-. Credo che dobbiamo essere grati a questi giovani che, nonostante tutto, rischiano in proprio e cercano di dare un contributo alla rinascita dell’economia. E della città. In questo caso, infatti, deve essere dato il giusto valore al fatto che, in un centro pieno di saracinesche abbassate, è stato aperto un locale che si distingue per la particolarità e l’alta qualità dell’offerta e, insieme, per il calore, la cura, lo spirito foodies, per dirla con Il Gambero Rosso, dell’ambiente”.
Insomma, un’altra storia della Viterbo artigiana che, per la Cna, rappresenta una risorsa straordinaria per il futuro.