Visto il diffondersi dei gravi fenomeni di criminalità di cui sono vittime le piccole e medie imprese italiane, il Ministero dell’Interno e le organizzazioni imprenditoriali hanno firmato il “Protocollo quadro per la legalità e la sicurezza delle imprese”. Rafforzare le misure di prevenzione nei confronti della microcriminalità, favorire la collaborazione tra il mondo delle imprese e le forze dell’ordine nel contrastare la criminalità che colpisce le imprese, promuovere la diffusione dei sistemi di videosorveglianza anche come deterrente verso le attività criminali ai danni delle imprese, favorire la formazione degli imprenditori nel contrasto delle attività criminali da parte delle forze dell’ordine. Questi sono gli obiettivi per i quali è stato elaborato il protocollo sottoscritto dal ministro Angelino Alfano e dai vertici di Confartigianato e delle altre associazioni.
«I reati ai danni delle nostre imprese – spiega il direttore di Confartigianato Imprese di Viterbo, Andrea De Simone – costituiscono un fenomeno di particolare allarme sociale tanto che la domanda di sicurezza, specialmente per quelle realtà dove viene movimentato denaro contante, è in aumento. Per questi motivi la nostra associazione ha firmato un documento che, grazie a una stretta collaborazione con le istituzioni pubbliche e le forze dell’ordine, s’impegna a prevenire e contrastare i fenomeni di microcriminalità».
Il protocollo ha durata triennale e prevede la realizzazione di iniziative per difendere i piccoli imprenditori attraverso programmi di informazione e di formazione, misure di prevenzione e strumenti di protezione e contrasto dei reati predatori. Il Ministero dell’Interno diffonderà materiale informativo e divulgativo sulle buone prassi da seguire per ridurre il rischio di furti e rapine e per consentire agli imprenditori di fornire alle forze dell’ordine informazioni utili ad individuare i responsabili dei reati. Il Viminale, inoltre, s’impegna a formare gli imprenditori nell’adozione di efficaci misure di auto protezione. Contemporaneamente, le organizzazioni artigiane promuoveranno la diffusione dei contenuti del protocollo attraverso la sottoscrizione di accordi tra le associazioni territoriali e le prefetture, la partecipazione degli imprenditori alle attività di formazione per contrastare la criminalità, la diffusione di sistemi di videosorveglianza e l’utilizzo di strumenti di pagamento elettronici.
«Un aspetto particolare previsto del protocollo – continua De Simone – è l’impegno preso dal Ministero e dalle Organizzazioni a promuovere l’adozione, da parte delle imprese artigiane e delle piccole aziende, di sistemi di videosorveglianza e di sicurezza tecnologicamente avanzati, strumenti idonei a garantire un sistema di prevenzione e sicurezza efficace». È prevista, infatti, anche la predisposizione di un disciplinare tecnico organizzativo che definirà le funzionalità del sistema di video allarme antirapina, i criteri per la scelta delle imprese fornitrici, le modalità per adeguare gli impianti già esistenti e gli adempimenti relativi alle nuove attivazioni. In altre parole, i firmatari del protocollo non hanno lasciato nulla al caso, dimostrando una volontà d’intervento precisa ed efficacie.
A quando un protocollo per difendere imprese e cittadini dall’arroganza e dall’insipienza dei votivendoli vivaviterbicoli di Filippo Rossi da Trieste?