Per una Ilco che perde – cioé la Viterbese, sponsorizzata dalla stessa azienda ovina -, c’è una Ilco che vince. E che non si perde certo in bicchieri d’acqua. E’ la Ilco Stella Azzurra, che ieri battendo 87-69 i sardi del Calasetta, si è confermata tra le squadre di vertice (molto di vertice) del girone E di Dnc. Una partita che dopo un inizio equilibrato ha visto i ragazzi di coach Pasqualini allungare e, salvo un piccolo calo nel terzo quarto, portare a casa i due punti. L’assenza di Basili, in panchina per onor di firma per problemi fisici, si è sentita relativamente poco. E andiamo con le pagelle, che poi è il vero motivo di tutto questo preambolo:
CHIATTI 7 Ordine e disciplina, questo play. Magari poco appariscente, ma intelligente come un giocatore di scacchi indiano. Capisce quando c’è da passare, da far girare la palla, oppure quando il tiro spetta a lui. Ci sono pure leader senza urla e sceneggiate. Con lo scuderio Rossetti, poi, è una storia che funziona. Segna 14 punti.
ROSSETTI 7 Due anni in più del compagno, più esplosività e voglia di tirare. Nei momenti chiave riesce sempre a infilare il corridoio – spesso il canestro – giusto. Segna 14 punti pure lui.
BALEANI NE Che non è una esclamazione piemontese, ma vuol solo dire Non Entrato. E’ giovane: entrerà.
OTTOCENTO 6.5 Meno bene, per l’ala che si chiama come un secolo di moti e risorgimenti. Comunque in doppia cifra, comunque ringhia quando c’è da ringhiare. Ma lo abbiamo visto anche meglio. Segna 11 punti.
GORI 8 E’ sempre più il pivottone che ci voleva. Intimidisce quanto serve, non a priori, e sotto canestro traccia una linea che gli avversari non possono mica oltrepassare, altrimenti sono cacchi. Fisicamente non è un bestione, d’accordo ma, signora mia, non ci sono più i pivot di una volta. Segna 26 punti, alla faccia della crisi economica.
GIGANTI 6.5 Elegante come Carlo Rosella in Costa azzurra. Movimenti da cinema: lui col piede perno è più bravo di un leghista che si scaccola con l’indice. Parte così così, migliora, cala e risorge. Montagne russe, ma di cachemire. Segna 12.
ROGANI 6 Cresta alla El Shaarawy, del quale ha la stessa identica età, ma a livello di fisico non c’è paragone. Lui è un animale, l’altro è solo un faraone. Fa il suo, con giudizio. Ne segna 4.
BRUNELLI 6.5 Piace, e non solo perché ha un cognome che ha dato tanto al basket viterbese. Piace perché non ha paura, il biondino, e alla fine mica si può avere paura, a vent’anni appena compiuti.
MEROI 6 Mezzo voto in meno per scarpe arancioni fluo, perché qui si è della vecchia guadia. S’impegna come un trottolino, ma forse ha un po’ paura di tirare. Peccato, perché i mezzi ci sono tutti. Provaci, Andrea. Ne segna 1.
Voti in ordine sparso:
Voto 7 al Calasetta, che scende qui in sette uomini (non per risparmiare sui biglietti aerei, ma per infortuni vari). Lotta alla moda dei sardi, con orgoglio e senza mollare mai. Alla fine s’inchina, ma becca pure la sua dose d’applausi, meritati. In cambio vorremmo un po’ di tonno rosso fresco e un po’ di mirto, se è possibile.
Voto 10 a quei pupi che tra il primo e il secondo tempo palleggiano e tirano e corrono sul parquet del PalaMalè. Una vecchia tradizione del basket viterbese, che trova nuova linfa in queste sfide della Ilco. Per la cronaca: pure Andrea LaTorre, oggi giovane fenomeno del basket italiano, iniziò così, e qui.
Voto 9 al minuto di silenzio, con tanto di inno nazionale, per ricordare Raimondo D’Inzeo. Brividi.
Voto 2 alle condizioni del PalaMalè. Sempre più imbarazzanti. Tra sporcizia, bagni (pardòn: cessi) che non funzionano da anni, fari che non illuminano il parquet, tetto mezzo sfondato e altre amenità. Viterbo e gli sportivi viterbesi mica si meriterebbero ‘sta storia qui. Comune: messaggio ricevuto?