Cosa rappresenta il volontariato al tempo della crisi? Si tratta soltanto di intensificare gli interventi di sostegno a tutte le persone che soffrono, moltiplicando gli sforzi? Forse in questo momento diventa decisivo cambiare il nostro modo di pensare, avere uno sguardo diverso su un periodo segnato da tante sofferenze individuali ma anche di gruppi sociali, di generazioni, di categorie un tempo privilegiate e ora in difficoltà.
Il volontariato si sostituisce sempre di più alle istituzioni che non sono in grado di rispondere alle richieste dei cittadini. Ma basta “aspettare che passi la nottata”, come diceva Edoardo de Filippo? Ma possiamo legittimamente credere che poi ci sarà la ripresa, che le cose torneranno come erano prima del 2008? Oggi non possiamo prevedere cosa accadrà tra quattro, cinque anni. Sappiamo solo che nulla sarà come prima, che dovremo contare i nostri caduti e le nostre sconfitte. Perché questa situazione non si ripeta più, abbiamo il dovere di immaginare una economia diversa, una politica diversa, relazioni sociali diverse, rapporti internazionali diversi.
Di questo e di altro si è parlato ieri in un convegno dal titolo La forza della solidarietà, il volontariato in tempo di crisi, promosso da Viterbo con amore onlus, in collaborazione con il Cesv Lazio. E’ stato dato spazio soprattutto alle associazioni di volontariato viterbesi, perché scopo del convegno era quello di aprire una ulteriore opportunità di confronto e di crescita dell’associazionismo della Tuscia. Crescere in consapevolezza, rafforzare i legami culturali, esplicitare i valori di riferimento sono tutti impegni che offriranno ulteriore vitalità ad una rete del volontariato di cui nessuno può fare a meno, neanche i cittadini.