Il vaso è ormai scoperchiato. E dentro non ci stanno solo detersivi, anzi. Prosegue il caos a Civita Castellana, laddove la prossima apertura di una boutique di casalinghi ha lasciato risvolti a dir poco curiosi. Degli otto (presunti?) selezionati per lavorare tra scaffali, casse e magazzino, ben dieci sono parenti stretti della classe politica (pure due riserve quindi).
Il tutto mentre il primo cittadino se ne sta fuori Italia. E soprattutto, risulta totalmente non a conoscenza della situazione. Si aspetta pertanto il suo ritorno per vedere cosa succederà. Anche se, seppur con difficoltà comunicative, lo stesso sindaco non si è attardato a prendere posizione. “Sono in Kenya e non ho connessione Internet costante – dice proprio Gianluca Angelelli – Ho letto però della cosiddetta ‘Parentopoli’. Cosa ne penso? Tolleranza zero. I coinvolti sceglieranno. O a lavoro o in Comune. Loro, e chiaramente chi a loro è riconducibile. Mi avevano avvertito di un solo caso, e mi ero affrettato a chiarire subito dell’accaduto. Quando però sono usciti fuori gli altri ero già partito”.
Una bomba questa. Che alza la fiamma di un fornello già rovente. E che verrà detonata il prossimo giovedì. “Torno martedì – prosegue Angelelli – e due giorni dopo abbiamo un consiglio fondamentale. In apertura si parlerà di un importante finanziamento regionale, poi dell’abbassamento della Tares. Punti che vengono prima di ogni altra cosa. Poi toccheremo l’argomento. E con le mie modalità”.
E così salteranno poltrone. Come tappi di champagne. Tanto a sinistra quanto a destra (un paio di furbetti stanno anche lì). Laddove il capogruppo Francesco Urbanetti ha sparato duro contro i suoi. Rifondazione, Sel e 5 Stelle invece si sono giocati un “chi ha sbagliato deve dimettersi”. E il Pd? Il segretario comunale Antonio Zezza ha esordito con un “il Partito non lo sapeva. Non prenderemo provvedimenti”. Per poi proseguire in grande stile con un classico “non ho nulla da dichiarare. Arrivederci”.
E tante belle cose.