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I dipendenti annunciano gesti eclatanti

Il vicesindaco Luisa Ciambella

Il vicesindaco Luisa Ciambella

Con l’accoglimento del decreto ingiuntivo di ben 3 milioni di euro che ora il Comune di Viterbo potrà incassare dalla società Atradius per colmare una parte del buco di bilancio lasciato in eredità da Esattorie spa sembrava che il peggio fosse passato. L’altro giorno infatti, il vice sindaco nonché assessore al bilancio Luisa Ciambella aveva voluto dare la notizia in consiglio comunale, aggiungendo poi: “Resta da capire se è immediatamente esecutivo. Sembra comunque una buona notizia”. E invece no. Non tanto perché resta da recuperare quasi un altro milione e mezzo di euro, che palazzo dei Priori spera di recuperare nelle more del fallimento, quanto perché rimane in piedi il problema di quei 38 dipendenti che sono ancora appiedati e che rischiano di esserlo ancora per molto.

I quali, dopo mesi e mesi di silenzio (anche difficilmente spiegabile) ora alzano la voce. “La pazienza comincia a mancare – scrivono in una lettera – e la fiducia nelle istituzioni vacilla di fronte a provvedimenti draconiani di grande effetto sensazionalistico, ma di estremo menefreghismo umano, voltando le spalle alle persone, alle famiglie, alle nostre esistenze, lasciandoci al buio e senza alcun segnale di ragionevole interessamento, in nessun senso”. Insomma, non ci vanno teneri, accusando tra l’altro il Comune di aver perso in questo modo un sacco di soldi che poteva incassare e non ha incassato e arrivando addirittura a minacciare gesti eclatanti “da parte di persone, di onesti lavoratori incolpevoli, finanche elettori, che ormai cavalcano l’onda della rabbia e della disperazione”.

Ma dall’altra parte si invita a prendere atto della realtà dei fatti. “Questa amministrazione – dicono il sindaco Michelini e l’assessore Ciambella – non ha mai mentito, né detto mezze verità. Non ha intenzione di iniziare oggi a dare false speranze a chi si trova in condizioni drammatiche e disperate. L’unica certezza riguarda la nostra ferma volontà per tentare di garantire tutti i livelli occupazionali”. Già perché viene sottolineato da palazzo dei Priori come proprio nello stesso giorno in cui il Comune fu costretto, a norma di contratto, a rescindere  il rapporto con Esattorie Spa, la stessa società presentò l’istanza di concordato fallimentare, con tutte le conseguenze che ne sono derivate, ossia la messa in mezzo alla strada di tutti i suoi dipendenti. E in quel momento nessun’altra soluzione era possibile: sia per il fallimento, sia per il fatto che all’ente Comune non erano stati riversati 4 milioni e mezzo di euro di tributi versati dai contribuenti viterbesi.
“Con la società che non pagava i dipendenti da quattro mesi – dicono ancora Michelini e Ciambella – con una procedura fallimentare avviata dalla stessa e i 4 milioni e mezzo di euro di ammanco nelle casse comunali, come avrebbe potuto il Comune continuare il rapporto lavorativo in modo vantaggioso per l’ente stesso e per i dipendenti della società Esattorie? I disagi affrontati sono stati ampiamente valutati. Per quanto riguarda poi l’attività di riscossione, i titoli giuridici sono validi. L’amministrazione non ha perso nulla”.

Fin qui l’ufficialità. Ma dietro le quinte, in attesa di nuovi sviluppi (e non va dimenticato che anche la Procura della Repubblica ha aperto il suo bel fascicolo) tra corridoi di palazzo dei Priori i conti non tornano anche per altri motivi. Esattorie spa infatti, assorbì in un primo momento 18 dipendenti del Cev, ma poi si allargò con altre 20 assunzioni, l’ultima delle quali avvenuta a settembre 2012, nonostante le casse della società fossero tutt’altro che floride.

E poi, c’è un altro punto che appare misterioso e forse andrebbe chiarito, magari dai magistrati. Giacché il bubbone di Esattorie Spa esplose a giugno 2013, proprio durante il cambio della guardia tra vecchia e nuova amministrazione. Eppure in quel periodo i dipendenti della concessionaria per la riscossione dei tributi erano senza stipendio da ben quattro mesi. E allora la domanda sorge spontanea: come mai all’epoca nessun dipendente aveva protestato? Come mai all’epoca nessun dipendente aveva reso pubblica una situazione così pesante? Come mai all’epoca nessun dipendente si rivolse ai sindacati? Quelli che ora urlano contro l’amministrazione di Leonardo Michelini, perché fino a giugno scorso rimasero muti come pesci?

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1 Commento

  1. Giorgio Molino ha detto:

    Ora stai vedere che la colpa del “buco”, e dei conseguenti licenziamenti, è dei dipendenti viterbesi di Esattorie… Caro Sassi, per caso ha fatto colazione con la grappa?

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