La disoccupazione è al 13%, quella femminile al 15,7%. I giovani senza lavoro sono il 47%. E ancora: nel 2010, secondo l’Istat un viterbese guadagnava in media 27.100 euro, nel 2012 non ha raggiunto i 20mila. I pensionati peggio che mai: su 86mila assegni erogati dall’Inps, 57mila sono inferiori ai 512 euro mensili. Da qui a fine anno ci saranno altri 2mila disoccupati perché la cassa integrazione in deroga terminerà e non ci sono risorse per rifinanziarla. Eccolo lo stato di salute del Viterbese, tratteggiato ieri da Cgil, Cisl e Uil (confederali e categorie dei pensionati). Che per venire incontro alle fasce più deboli chiedono ai Comuni di rimboccarsi le maniche e seguire quattro, semplici direttive: lotta all’evasione fiscale e tagli alle consulenze esterne, tasse comunali applicate in base al reddito, affitti con contratto agevolato per i più poveri, infine integrazione tra servizi sociali e sanitari.
CONCERTAZIONE
I quattro pilastri su cui poggia la cosiddetta contrattazione sociale verranno proposti ai Comuni del Viterbese prima di novembre, quando i sindaci dovranno chiudere i bilanci. Si partirà il 21 ottobre da Viterbo: per quella data il primo cittadino Leonardo Michelini ha convocato i sindacati per illustrare loro le linee programmatiche. Poi, si passerà agli altri centri maggiori: Tarquinia, Montefiascone, Civita Castellana, Vetralla. E a cascata si concluderà coi paesi più piccoli. Il ragionamento è semplice: i soldi che la Regione destina ai Comuni e quelli che gli stessi recupereranno dall’evasione vengano dirottati su specifici interventi per alleviare i contraccolpi della crisi sulle fasce più deboli.
CONFEDERALI
“Di fronte all’impoverimento della popolazione – ha detto il segretario della Cgil, Miranda Perinelli – gli enti locali, i più vicini al cittadino, devono incidere sul sociale con iniziative mirate”. Le quattro mosse suggerite, tanto per cominciare. “Prendiamo l’addizionale comunale. La tariffa – ha proposto Fortunato Mannino per la Cisl – sia commisurata ai livelli di reddito”. Dalla Uil, il segretario Giancarlo Turchetti, ha aggiunto: “Le risorse sono poche. Queste almeno vengano usate nel modo giusto, concertando le iniziative con le parti sociali”.
CATEGORIE
Si è concentrato sulla sanità il segretario della Uil Pensionati, Franco Palumbo: “Tagliare i piccoli ospedali per concentrare tutto su pochi poli significa penalizzare chi ha problemi per spostarsi, come gli anziani”. Dalla Cisl Angelo Capone ha aggiunto: “I Comuni spendono il 50% delle risorse pubbliche e devono imparare la cultura della partecipazione”. Infine, Giovambattista Martinelli (Cgil) ha concluso: “Col blocco dell’indicizzazione le uniche patrimoniali le hanno applicare ai pensionati, oltre che agli statali. Ormai molti sono sotto la soglia della fame”.
Se c’è qualcosa peggiore del politichese, è proprio il sindacalese. Due esiziali linguaggi che hanno allontanato il popolo dalla politica e dal sindacalismo.