Chiudere il centro storico? E’ cosa buona e giusta, e da fare in fretta, e da fare bene. Mentre il dibattito decolla, vale la pena registrare il parere di chi si sta attivando per rendere possibile la chiusura, e ci ragiona sopra. E’ il caso di Viva Viterbo,il movimento civico che fa parte della maggioranza in consiglio comunale (con la consigliera Maria Rita De Alexandris), e ha un suo uomo in giunta (l’assessore Giacomo Barelli). L’intervento a questo proposito è del vicepresidente di Viva Viterbo, Alessandro Pepponi, che premette: “Come residente del centro storico non posso che essere speranzoso sulla questione”. E che poi aggiunge alcune considerazioni non da poco conto.
Intanto, su quello che il centro è oggi: “Non offre nessun vantaggio al cittadino che vuole andare in centro a fare shopping, visto che bisogna stare attenti alle auto che sfrecciano, e al parcheggio selvaggio. Col risultato che a questo punto conviene uscire con la macchina e andare nei vari centri commerciali e outlet della periferia”. Creando dunque traffico, e inquinamento. “Perciò – sostiene Pepponi – dobbiamo fornire al cittadino e al turista la possibilità di un’esperienza piacevole all’interno delle mura.E questo è un nostro obiettivo”. Quindi: chiudere il traffico, e migliorare le condizioni generali del centro storico, parallelamente, e magari non aspettare (o sperare) che la chiusura di per sé possa risolvere tutti i problemi.
E il giovane esponente civico fa un esempio concreto. “La conformazione particolare della nostra città rende particolarmente ostico alle famiglie con passeggino e alle persone con disabilità di accedere ai vari negozi: non c’è una rampa di accesso a norma in quasi nessuna attività. Perché non incentiviamo i negozianti su questa tematica? Perché non cominciamo finalmente a creare una città inclusiva: inclusiva per i disabili e per le famiglie?” Includere per crescere, per migliorare, chiudere il centro per aprirne le porte: una contraddizione solo in termini, a pensarci bene. E Pepponi ha anche qualche proposta pratica per migliorare l’accessibilità ai negozi: “Penso che un primo passo potrebbe essere togliere la tassa di occupazione del suolo pubblico per i negozi del centro che, volendosi adeguare alla legge, desiderino installare una rampa per l’ingresso delle carrozzine e dei passeggini; infatti ad oggi le rampe fisse pagano la tassa, mentre quelle mobili non ne sono esenti. Perché non promuovere e incentivare l’uso di rampe mobili dove non possibile mettere quelle fisse?”.
La consigliera di Viva Viterbo ha già fatto un’interrogazione in consiglio comunale, un primo passo per sollecitare l’amministrazione. Adesso non resta che agire, pensando poi anche a parcheggi che funzionino, mezzi pubblici idem, e tutto il contorno. A questo proposito, il giovane politico, che è un disabile motorio, lancia una provocazione forte, anzi “una sfida”, come la definisce lui: “Agli assessori e ai consiglieri dico: passate una giornate in sedia a rotelle, e vi accorgerete in che città viviamo”. La proposta è sul tavolo, ci sarà qualche amministratore con tanto fegato – e anche tanta umiltà – da accettarla?
Sogniamo una città senza presidenti del consiglio triestini, assessori ottusi e vivaviterbicoli arroganti… Tra cinque anni il nostro sogno si trasformerà in realtà.
Non auspichiamo certo un ritorno al passato, ma via dai cosiddetti gli
illetterati petit trafficant vivaviterbicoli, che, tra l’altro, in buona parte provengono dalle file di quel centrodestra che ha (s)governato questa città per un quasi un ventennio.