L’assessore al centro storico Alvaro Ricci novello Rambo, almeno nei confronti dei piccioni. Che sono troppi e deturpano l’ambiente, soprattutto con il loro guano (che però, si dice, se ti cade in testa porti fortuna). Ma tant’è. Il nostro però, prima di imbracciare la doppietta ha deciso di munirsi di pallottoliere, giacché vuole contarli. Se saranno troppi, procederà allo sterminio. Scherzi a parte, la cosa è un po’ più seria, dal momento che i piccioni i danni li fanno eccome. E allora Ricci ha deciso di rivolgersi al Dipartimento di scienze e tecnologie per l’agricoltura dell’università della Tuscia per meglio comprendere la presenza all’interno dell’area urbana della specie del colombo.
“Questo progetto di ricognizione – ha spiegato – rientra nell’ambito di un intervento molto più ampio, che riguarda la riqualificazione complessiva del centro. Come tutte le città, soprattutto quelle più antiche, anche Viterbo ha una grande concentrazione di piccioni all’interno del centro storico, luogo che rappresenta indubbiamente un habitat naturale per questo tipo di volatili. Per questo ci siamo rivolti all’università, al professor Andrea Amici, che ringrazio, anche per aver garantito una risposta e una collaborazione in tempi molto brevi. Entro un anno circa potremo avere dal Dipartimento il risultato della ricognizione, portata avanti con metodi seri, scientifici e rigorosi e da qui avviare di conseguenza una serie di azioni. Dai risultati emergeranno anche altri elementi, tra cui le aree di maggior concentrazione del colombo e l’impatto igienico-sanitario sull’ambiente, sulla salute e sui monumenti. Tutto partirà però dalla stima della consistenza numerica della popolazione del colombo in città. In caso di sovraffollamento – ha concluso Ricci – si dovrà procedere con l’individuazione di linee e di azioni volte al contenimento dei volatili presenti”.
A entrare maggiormente nei dettagli tecnici degli interventi possibili di fronte ad un’eccessiva concentrazione dei piccioni è stato il professor Andrea Amici, coordinatore del Dafne, che ha illustrato le azioni consentite da adottare verso questa specie non cacciabile, ma nemmeno protetta. L’ultimazione della ricognizione richiede dai 12 ai 14 mesi, il Comune verrà comunque informato periodicamente dei risultati di volta in volta ottenuti.
Non c’è che dire, passa di genialata in genialata il peppebucìardo Alvaro Vitali Ricci.