In forma più che mai. Anche se i capelli bianchi adesso si vedono eccome (tre qualche giorno compirà 55 anni) e forse c’è anche qualche chilo di troppo. Ma quel viso un po’ rubicondo e la battuta sempre facile lo rendono inossidabile. E poi vuoi mettere, in mezzo al suo popolo, numeroso come non mai, acquista ancora più energia. Anche perché quest’anno alla tradizionale feste settembrina dei “fioroniani doc”, il Peppe nazionale ci arriva – dopo vari lustri – vincitore totale, o quasi. In platea infatti ci sono sindaco, diversi assessori e svariati consiglieri Pd di palazzo dei Priori; c’è Enrico Panunzi, simbolo viterbese della vittoria alle regionali. Non ci sono i parronciniani (ma il loro leader ha appeso la politica al chiodo, preferendo fare l’allevatore), né gli sposettiani, ma poco importa. C’è però Francesco Serra, che dice subito di essere venuto ad ascoltare perché invitato, ma che la nomina assessorile di Delli Iaconi ha senza dubbio contribuito ad essere meno aspro. E poi c’è lui – una volta Cicciobello, oggi l’Irrottamabile – sostenitore del Governo Letta, anche se quelle larghe intese gli stanno strette. Insomma, quella di ieri sera al Balletti Park hotel è stata una festa da vincitore, ma anche una dimostrazione di forza viterbese. Come dire: a Viterbo le Pd c’est moi.
Al di là della passerella però Fioroni non ha nascosto i problemi che in questo momento attanagliano il partito sulle regole e il governo sulle questione economiche. Ha messo in guardia contro una inaugurabile crisi “che per l’Italia avrebbe conseguenze terribili” ma ha anche ammesso di aver regalato al Pdl la cancellazione totale dell’Imu e ha auspicato che ora dovrà essere il Pd a portare avanti una sua linea. Sul Pd ha puntato l’indice contro le liste bloccate – stile porcellum – che qualcuno vorrebbe adottare per il congresso e ha detto chiaro e tondo che non vuole che il partito si trasformi in un comitato elettorale, né per Renzi, né per Cuperlo.
E così facendo, ha evitato di schierarsi e di anticipare ai suoi chi appoggerà alle primarie dell’8 dicembre prossimo. Ma ieri era giorno di festa. E i suoi lo hanno ascoltato con la dovuta venerazione. Come si addice a un leader, appunto.
Peppe Bucìa sembra un Budda ripieno di materia poco nobile e maleolente. Il politicante che i viterbicoli si meritano.