Voglio bene a Ugo Sposetti. Sì, nutro per lui quell’affetto che si acquisisce con la frequentazione e con la stima che si ha per la persona di cui si ammirano le qualità innate.
Voglio bene a Ugo Sposetti, tanto che un po’ di anni fa – quando era sindaco di Bassano in Teverina – lo scelsi senza alcun dubbio come celebrante del mio matrimonio.
Voglio bene a Ugo Sposetti, giacché ammiro soprattutto la coerenza delle sue idee e il suo coraggio. Pensate: nel momento che stiamo vivendo, con la politica ai minimi storici negli indici di gradimento da parte dei cittadini, lui continua a battersi come un leone affinché i partiti possano avere ancora il finanziamento pubblico. “Altrimenti – ripete ossessivamente – a fare politica sarà solo Berlusconi”. Come dargli torto?
Voglio bene a Ugo Sposetti, perché ho visto con i miei occhi quanto si sia speso per questo territorio e con quale dedizione l’abbia fatto.
Voglio bene a Ugo Sposetti, anche se quando ci incontriamo lui mi ripete spesso e volentieri che il sottoscritto di politica non capisce proprio niente (eufemismo).
Voglio bene a Ugo Sposetti. Ma proprio per l’affetto che gli porto (e che niente riuscirà mai a scalfire) penso di potergli dire con estrema sincerità che non m’è piaciuta affatto questa vicenda delle telefonate a raffica tra lui e Paolo Gianlorenzo. Proprio perché gli voglio bene, mi sento in dovere di dirgli che lui ha commesso – in quell’occasione – una gravissima e reiterata leggerezza.
Voglio bene a Ugo Sposetti, e per questo vorrei che anche lui – come tanti simpatizzanti del Pd – pensasse che gli avversari stanno dall’altra parte e non nello stesso Pd. A meno che non si scopra che nel Pd qualcuno rubi o faccia qualcosa di peggio. Ma allora, prove alla mano, bisogna avere il coraggio di denunciarlo in prima persona.
Voglio bene a Ugo Sposetti e penso che a non giovare alla sua immagine, più che certi articoli di giornale, siano stati tutti quegli incontri carbonari con Gianlorenzo, per parlare di chissà che cosa. Perché a Viterbo, città piccola, ci conosciamo tutti e la fama di Gianlorenzo era arcinota da tempo in ogni suo angolo. Prima che la prova del nove la fornissero le carte della Procura.
Voglio bene a Ugo Sposetti e proprio per questo motivo vorrei che lui – insieme all’altro gallo del pollaio Beppe Fioroni – contribuisse a stemperare quel clima da derby Roma-Lazio che da troppi anni avvelena il clima del Pd viterbese. Nel momento in cui, anche per quello che sta accadendo nei palazzi romani, ci sarebbe un estremo bisogno di unità.
Ma riusciremo a vedere un Pd finalmente unito? Per ora, sia a Viterbo che a Roma, è solo una pia illusione.
Come dice il famoso proverbio? Dagli amici mi guardi dio, ché dai nemici mi guardo io.
Post scriptum: ma il PD ancora esiste?