Una mozione affinché la lingua italiana dei segni (Lis) sia riconosciuta dalla città di Viterbo quale “importante strumento di comunicazione e quindi garanzia del riconoscimento di un diritto naturale”. L’ha pensata il consigliere comunale Marco Ciorba (Oltre le mura) da sempre sensibilissimo su queste tematiche. E l’hanno firmata tutti i consiglieri, di maggioranza e di opposizione, per una volta uniti in un’iniziativa di interesse comune. La proposta è già stata approvata dalla quarta commissione e nel consiglio comunale di oggi verrà dibattuta.
“Per Viterbo si tratta di un evento storico – sostiene lo stesso Ciorba – perché siamo tra le prime città italiane, la prima in assoluto in tutto il centro sud e prima anche della capitale Roma, a riconoscere la lingua dei segni. Mi auguro che questa iniziativa, che dimostra la sensibilità di tutti i viterbesi alle istanze della comunità dei sordi, sia riproposta anche da altri comuni, a partire magari da quelli della nostra provincia. Ma soprattutto mi auguro che presto la questione approdi anche in Parlamento, visto che l’Italia ancora stenta a riconoscere la lingua dei segni quando invece sia l’Unione europea, sia 44 Paesi nel mondo, l’abbiano già fatto, dandole così pari importanza e dignità come tutte le altre lingue europee e mondiali”.
E infatti la mozione impegna il sindaco, oltre a riconoscere la lingua italiana dei segni, “ad eliminare ogni barriera comunicativa dagli uffici pubblici comunali, per permettere ai cittadini sordi di essere partecipi e parte integrante della comunità”. E anche ad “adoperarsi e farsi promotore presso il Parlamento al fine di accreditare la Lis come lingua della comunità dei sordi”. Oggi la palla passa in consiglio, per un’approvazione che appare scontata e giusta, e che fa di Viterbo una città più civile.