“Un frammento di storia inserito in un contesto artistico-culturale che abbracciava il territorio di Nepi durante il XVI secolo. La storia di un personaggio, Ascanio Celsi, legato al potente cardinale Alessandro Farnese, che con la costruzione della sua dimora, inserita nell’armonico sviluppo urbanistico farnesiano, offre un omaggio al suo protettore, ma non solo, attraverso la ricca serie di testimonianze pittoriche fortunatamente giunte fino a noi. Infatti, accade raramente di imbattersi in palazzi gentilizi divenuti proprietà private che ancora oggi, dopo secoli, custodiscono significative testimonianze dei loro antichi fasti”.
La nota introduttiva dettata da Sara Nelli al suo volume “Il Palazzo Ascanio Celsi di Nepi” (Davide Ghaleb editore, pp-143, 15,00) esplicita con chiarezza gli obiettivi di una intrapresa che dà alle stampe la tesi di laurea in Storia dell’Arte moderna discussa dall’autrice che ha il merito di riportare alla luce, da un lato Celsi, dall’altro i mirabilia artistici (affreschi e fregi di non secondario valore) che punteggiano il nobiliare immobile.
Grazie allo spoglio di numerose fonti archivistiche (dall’archivio storico Capitolino a quelli di Stato di Roma e Viterbo, da quello del comune di Nepi a quello della diocesi di Civita Castellana e del Vicariato di Roma) Sara Nelli ricostruisce la storia di “una misteriosa famiglia” (nel senso che “non è documentabile la loro provenienza da Nepi”) quindi squaderna un accurato studio sul palazzo e la sua struttura architettonica; sulla decorazione pittorica “a grottesca”, indagando sulle linee generali del contesto storico-artistico in cui si inscrive il palazzo di Ascanio Celsi; sull’analisi in dettaglio dei diversi ambienti affrescati, ciascuno dei quali è intitolato ai motivi via via caratterizzanti le singole stanze (del camino; delle erme; del mito; delle divinità; delle Stagioni; degli stemmi).
Notevole e più che accurato l’apparato iconografico.