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Minimacchine, l’antipasto è servito

Volenti o nolenti, Santa Rosa è arrivata anche quest’anno e Viterbo si appresta a celebrare il solito rituale festaiolo che celebra la Patrona cittadina con un protocollo ormai collaudatissimo e che riesce a inebriare gli spiriti di tutti i viterbesi (o quasi).

La Minimacchina del Pilastro...

La Minimacchina del Pilastro…

Ieri sera c’è stata l’apoteosi della Minimacchina del Pilastro, giunta al suo 43° Trasporto, che per la prima volta è stata accompagnata dal Gruppo Sbandieratori, ultimo nato dell’associazione culturale Pilastro. L’uscita d’esordio si articolerà in due momenti distinti: il pomeriggio e la sera. Nel pomeriggio il gruppo ha sfilato per le vie del quartiere dove si è esibito con giochi di bandiera accompagnati dal rullo dei tamburi e dagli squilli di trombe chiarine dei musici. Con gli sbandieratori anche il corteo storico, composto da circa 60 figuranti, per rappresentare le antiche famiglie nobili viterbesi con i loro abiti rinascimentali, di coppia, singoli da uomo, donna e bambino. Infine, il Gruppo Musici, composto da 11 elementi e diviso in tamburi rullanti e imperiali, nonché in trombe chiarine.

...e quella del centro storico

…e quella del centro storico

Stasera invece, sarà la volta della Minimacchina del centro storico che – more solito- partirà da piazza Dante. Quest’anno debutterà un nuovo modello, battezzato “Bianca Speranza”, ideato dal Facchino Enrico Sciuga e da Michele Telari e realizzato sapientemente, pezzo dopo pezzo, dagli infaticabili componenti del comitato organizzatore. Particolare attenzione, come sempre, è stata data all’impianto di illuminazione, curato da Lucio Laureti e dai suoi ragazzi. Illuminazione che renderà Bianca Speranza ancor più bella ed affascinante e capace di trasmettere l’amore per S. Rosa di tutti quelli, che ad ogni titolo, hanno contribuito alla sua realizzazione.

Il capo dei mini facchini Alessandro Lucarini ed i suoi collaboratori, stanno intanto completando la preparazione dei duecento piccoli “Cavalieri di S. Rosa”, organizzandoli in squadre e file, per affidare loro il compito di trasportare “Bianca Speranza” per le vie del centro storico fino alla basilica della Santa e poi di nuovo a piazza Dante.

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