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Le vacanze ormai sono un’illusione

fantozzi vacanzePer quest’anno tocca cambiare, poca spiaggia e poco mare. La crisi morde e non dà tregua agli italiani che, finiti ormai i buchi della cinta, si arrendono alla moda-estate 2013 all’insegna della vacanza fantozziana. Più che economico ormai il turismo è diventato immaginario e i vacanzieri sono costretti al tour de force del tocca e fuggi: 3 giorni e 2 notti in una località estiva entro i confini con partenza alle 4 della mattina (così si evita il traffico), in cinque in macchina per risparmiare sul pieno e sul pedaggio, tutti i pasti al sacco e, con un po’ di buona volontà, ottimo prezzo se si evita l’albergo, del resto con così poco tempo, che fai, riposi?

Sono 7,8 milioni gli italiani che, secondo il dato stimato da Confartigianato, quest’anno rinunceranno alle vacanze estive a causa della crisi che condizionerà pesantemente le ferie di altri 23,3 milioni di connazionali. Se il morale dei vacanzieri è basso non è migliore quello dei tour operator e delle agenzie di viaggio che guardano con rammarico il calo drammatico del fatturato estivo. Il 55% dei vacanzieri nostrani ha scelto di trascorrere la villeggiatura in località italiane, mentre i Paesi europei sono la meta indicata dal 22% e l’11% preferisce località extra-Ue.
Il mare si conferma la destinazione privilegiata dal 49,3% degli italiani; a seguire le vacanze in montagna, scelte dal 12,6% e quelle nelle città d’interesse storico e artistico (10,7%).

Dopo un anno a dir poco duro e costellato di momenti di forte tensione conditi dalla corsa inarrestabile della recessione, gli italiani vengono penalizzati su quello che da sempre è un aspetto inviolabile della vita del lavoratore e non: le ferie. La fuga dal caldo torrido cittadino verso lidi freschi e felici s’infrange inesorabilmente sugli scogli della crisi e il portafoglio piange lacrime amare che inzuppano le belle speranze dei proprietari.

Anche le vacanze dei viterbesi quest’anno saranno penalizzate duramente; cala in generale la richiesta alle agenzie di viaggio che attestano un decremento di spesa da parte degli aspiranti vacanzieri. I viaggi più richiesti sono le crociere che, grazie alle ottime agevolazioni proposte, unite agli sconti per i ragazzi con meno di 18 anni, hanno un eccellente riscontro su un target compreso tra i 25 e i 60 anni. Unendo itinerari ricchi di punti d’interesse, animazione no-stop e vasta scelta enogastronomica, le lunghe traversate in mare attirano un po’ tutti, dai giovanissimi alle coppie senior. Poche le partenze verso le città d’arte, comunque limitate ad un massimo di 4 giorni; stessa sorte per le località marittime.

Per quanti riescono con qualche aggiustamento a superare il problema del budget destinato alla programmazione delle ferie estive l’ostacolo immediatamente successivo è rappresentato dal caro-vacanze, che interviene ad eliminare un’altra fetta considerevole di aspiranti vacanzieri. Secondo la rivelazione di Confartigianato, tra il 2009 e il 2013 l’indice dei prezzi dei servizi per le vacanze è aumentato del 15,1% e quello dei trasporti ha raggiunto il 21,8%. Più contenuti, invece, i rincari dei pacchetti vacanze (+8,7%) e di alberghi e ristoranti (+6%).

«I dati elaborati dallo studio di Confartigianato indicano una ripercussione pesante degli effetti della crisi sulle attività turistiche – spiega Andrea De Simone, segretario provinciale dell’Associazione –. La situazione penalizza fortemente quelle attività imprenditoriali che devono buona parte del fatturato annuale all’attività estiva, incentrata sul turismo. È evidente che lo stile di vita degli italiani ha subito un brusco cambiamento di rotta che va ad incidere su tutto il sistema economico del Paese».

L’economia nostrana rischia di fermarsi anche in un momento di storica e fisiologica vitalità e uno dei freni maggiori sta nell’inflazione dei carburanti che in Italia costano l’11,9% in più rispetto alla media dell’Eurozona. Nello specifico, il record negativo riguarda il prezzo della benzina verde, superiore dell’8,5% rispetto alla media europea, e per quello del gasolio auto, superiore del 15,6%. Gli altri pesantissimi macigni che gravano su chi parte e su chi rimane sono le incertezze in tema di lavoro, con il tasso di disoccupazione al 12,8% (mai così alto dal 1977), e fisco, con la pressione fiscale che ha registrato un crescita pari a 1,4 punti di Pil mentre il potere d’acquisto delle famiglie che è calato del 4,8%.

«Il turismo – conclude De Simone – è sempre stato un fiore all’occhiello italiano. Non possiamo permetterci di lasciarci sfuggire anche questa fonte di ricchezza che incide fortemente sull’economia del nostro Paese. Dobbiamo puntare su un rafforzamento del settore e sulla valorizzazione delle eccellenze made in Italy».

Infine è imprescindibile rinvigorire i consumi delle famiglie perché è vero che siamo italiani e quindi dotati di un grande spirito di adattamento ma, in fatto di vacanze, la fantasia da sola non basta.

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