Si susseguono in questi giorni e fino al 18 agosto le Feste del Vino della Tuscia, toccando quei Comuni che si distinguono con le loro produzioni e iniziative folcloristiche dedicate al “nettare di Bacco”: Lubriano, Civitella d’Agliano, Gradoli, Tarquinia, Montefiascone, Castiglione in Teverina e Vignanello (per aggiornamenti sui programmi: www.tusciawelcome.it).
Nonostante il momento economico non proprio favorevole rilevo con piacere una elevata partecipazione di pubblico a queste manifestazioni, particolarmente apprezzate anche da turisti e visitatori che sanno cogliere in questi eventi, ambientati nei caratteristici borghi medievali, la possibilità di immergersi in un’atmosfera di altri tempi seguendo le rievocazioni storiche, di prendere parte a degustazioni guidate da sommelier ed esperti di enogastronomia, di gustare i prodotti tipici nelle cene in piazza, di visitare le cantine e conoscere direttamente produttori ed enologi.
Iniziative cresciute qualitativamente nel corso degli anni e che nulla hanno a che vedere con le generalizzazioni, a dire il vero isolate, emerse nei giorni scorsi e che giustamente alcuni sindaci hanno voluto stigmatizzare, evidenziando il valore promozionale a tutto tondo degli eventi. Anzi, semmai va sottolineato come gli appuntamenti delle Feste del Vino della Tuscia contribuiscano a creare soprattutto tra i giovani una cultura del buon bere, a rafforzare l’appartenenza a un territorio e alle sue tradizioni che hanno una storia millenaria, a riscoprire la passione per i frutti della terra e del lavoro dell’uomo. In tal senso siamo fieri come Ente camerale di dare da oltre dieci anni il nostro sostegno per la conoscenza e la diffusione di questo patrimonio enogastronomico e culturale di cui la Tuscia dispone e su cui ritengo si possa far leva per lo sviluppo economico locale.