E adesso che tutti hanno scoperto/riscoperto il teatro romano di Ferento, con tutti gli annessi e connessi di un’area archeologica che copre un arco cronologico che va dalla civiltà etrusca all’Alto Medioevo.
E adesso che le maggiori istituzioni, Provincia e Comune, si sono presi a randellate per una decina di giorni per rivendicare la primogenitura della scoperta/riscoperta.
E adesso che due preclari ospiti di via Saffi – il presidente Marcello Meroi, altrimenti detto “A chi le dà e a chi le promette” e l’assessore alla Cultura Giuseppe Fraticelli, meglio noto come “Sua Evanescenza” – hanno tirato le orecchie a Giacomo Gallina Pizzicata Barelli, assessore comunale alla Cultura, che ha osato rilevare che l’esecutivo guidato da Leonardo Michelini ha messo al centro del suo programma la riqualificazione di quel sito, tant’è che sono stati organizzati tre appuntamenti straordinari (il recital di Michele Placido su Gaber; il concerto di Angelo Branduardi; il concerto sinfonico di Tuscia Opera Festival il 13 agosto).
E adesso che, come ha ottimamente spiegato su questo sito Andrea Arena, Palazzo Gentili si è sentito in dovere di aggiustare le dichiarazioni dell’assessore comunale alla Cultura, definito “confuso”, in quanto “non corrisponde al vero l’affermazione di Barelli secondo cui è grazie ai tre spettacoli organizzati di recente dal suo assessorato che è stato riaperto e rivitalizzato un luogo unico, e suggestivo, abbandonato negli ultimi tempi”.
E adesso che la coppia di via Saffi ha voluto ricordare che “da decenni, anche senza averne direttamente la responsabilità, la Provincia, passando attraverso differenti gestioni politiche e amministrative, organizza e promuove con soddisfazione l’ormai nota rassegna culturale estiva di Ferento, con un successo di pubblico ed un riscontro positivo sempre crescenti”.
E adesso che la nota della Provincia continua: “Il teatro di Ferento non è stato riaperto perché abbandonato: semmai in questo periodo è stato scelto anche da palazzo dei Priori per alcune manifestazioni. Scelta apprezzabilissima, ma non esclusiva e non certo conseguenza di un presunto abbandono dell’area”.
E adesso che l’affermazione poc’anzi riportata dimostra che anche a palazzo Gentili regna tanta confusione onde per cui basterebbe fare un sondaggio in tutta Italia e dare un premio a quel turista che negli ultimi lustri ha avuto la fortuna di visitare l’area, non durante il mese delle stagioni teatrali, ma nel resto dell’anno.
E adesso che è bene dire stop alla tiritera che altrimenti scassiamo i cabasisi (copyright Andrea Camilleri), sorge spontaneo un quesito epocale: perché Provincia e Comune non si randellano di santa ragione, ma impegnandosi in ben altra gara: rendere fruibile Ferento, con tutti gli annessi e connessi, magari con guide (sia cartacee che digitali nonché in carne e ossa), dodici mesi su dodici mesi e farla diventare in tal modo meta di culto di visitatori italiani e stranieri?
Pirandellianamente parlando, non vorremmo che la Kultura, con la kappa come Kaffeina ma anche come figurine di kakka (quelle collezionate ad abundantiam dal neoassessore vivaviterbicolo), fosse gestita per il prossimo lustro da uno, nessuno, centomila ottusi filippini Barelli.