Non sarà oggi, ma sarà forse sarà venerdì. O più probabilmente lunedì della prossima settimana, visto che è meglio non scherzare con l’antico adagio del venere e del marte, quando è meglio non arrivare e neanche (ri)partire. In attesa del giorno X, dunque, la situazione in Provincia resta congelata, una mezza crisi che non va né su né giù, proprio come l’uovo sodo del film di Virzì.
Gli incontri di ieri sono andati a vuoto, nonostante la buona volontà del presidente Meroi. In particolare, ha partorito fumata griga il summit di ieri sera, quando il presidente ha incontrato il capogruppo dell’Udc Francesco Bigiotti e l’altro esponente centrista Francesco Galli. I quali hanno ribadito l’intenzione del partito di rivendicare e mantenere i tre assessorati in Giunta, e di non arretrare di un passo rispetto alle pressioni di chi (un nome a caso: Fratelli d’Italia) sperava di strappargliene almeno uno, approfittando dell’annunciata staffetta Santucci – Barbieri e al grido battagliero di “non vogliamo morire democristiani”. L’Udc dunque, vuole ripartire da tre: “Perché per noi non è cambiato nulla – spiega lo stesso Bigiotti alla fine del vertice – e nulla cambierà a meno di eventi clamorosi. Fermo restando che intendiamo la politica come dialogo e confronto, da sempre, e che siamo sempre in contatto tra noi consiglieri”.
E infatti per oggi sono previsti confronti all’interno del partito dello scudo crociato, ma anche tra gli stessi Fratelli d’Italia. Confronti possibili anche domani, altro giorno di meditazione e non di azione, visto che il presidente Meroi sarà impegnato a Roma per questioni istituzionali. Ecco allora che venerdì potrebbe essere il giorno delle decisioni ma – scaramanzia a parte – l’incombente week end balneare potrebbe far slittare tutto addirittura a lunedì: “In ogni caso, se non sarà trovato un accordo, una soluzione, sarò io a decidere”, trancia netto Meroi.
Insomma, se l’Udc abbasserà le pretese, rinunciando ad un assessorato che pure le spettava, o se Fratelli d’Italia (con il quale lo stesso Meroi ha parlato ieri) non avanzerà richieste su una poltrona in più, ecco che toccherà al presidente decidere. Nel bene o nel male, secondo i poteri che gli sono stati conferiti dalle urne e da quella fascia azzurra. C’è chi parla di una possibile stampella in arrivo dall’opposizione, cioé dal centrosinistra, visto l’apertura pubblica firmata dal capogruppo Grattarola nell’ultimo consiglio. Generoso, per carità, ma è difficile che Meroi – pur apprezzando il senso di responsabilità dell’altra parte – si vada a impelagare in una maggioranza di larghe intese che andrà pure tanto di moda di questi tempi, ma che non farebbe onore ad un presidente eletto da una maggioranza ben definita politicamente. E che non farebbe onore alla maggioranza stessa, incapace di garantire continuità ma dedita piuttosto a guerre intestine e ripicche varie.
Urge un decreto presidenziale per chiudere oggi stesso questi scandalosi poltronifici e stipendifici che sono le province. Altro che le ridicole e poco appassionanti baruffe tra il grande Meroi e i nanetti dell’ex Udc…