“Io sono solo un soldato, eseguo gli ordini”. E’ l’auto-definizione che Paolo Gianlorenzo si sarebbe dato, parlando con Mauro Paoloni, consulente strategico dell’ex direttore generale della Asl, Giuseppe Maria Aloisio. La conversazione, avvenuta a settembre del 2008, è raccontata direttamente dal secondo al pubblico ministero Massimiliano Siddi, che lo ha interrogato come persona informata dei fatti il 7 dicembre dello scorso anno, nell’ambito dell’inchiesta sulla cosiddetta Macchina del fango.
Leggendo il verbale, emergono le continue pressioni dell’allora direttore di Nuovo Viterbo Oggi affinché Paoloni si dimettesse. Pressioni che passano per gli articoli pubblicati sul quotidiano ed esplicitate in tre incontri che i due hanno avuto, grazie al tramite garantito da Evandro Ceccarelli, allora responsabile del Nuovo Corriere Viterbese.
“Nel mese di settembre del 2008 – racconta Paoloni al pm – attraverso Ceccarelli, Paolo Gianlorenzo ha chiesto di incontrarmi. Nei mesi precedenti, aveva intrapreso sul suo quotidiano una feroce campagna stampa contro di me in cui, sostanzialmente, mi accusava di attività illecite nello svolgimento del mio incarico”. L’incontro tra i tre sarebbe avvenuto in un bar di San Martino al Cimino a settembre del 2008.
“Ho subito rappresentato a Gianlorenzo – continua Paoloni – la mia contrarietà per la campagna diffamatoria, chiedendogli il perché di tanto astio nei miei confronti ma soprattutto dei miei collaboratori. Gianlorenzo replicava con una strana metafora, dicendo: “Io sono un soldato, eseguo gli ordini”. Al mio comprensibile stupore in merito a chi fossero i superiori dei quali Gianlorenzo eseguiva gli ordini, quest’ultimo si è sottratto alla risposta non indicandomi a chi si riferisse, ma dicendomi che io mi dovevo dimettere e togliere di mezzo”.
A seguito di quel primo faccia a faccia, gli attacchi su Nuovi Viterbo Oggi sarebbero aumentati. Quindi, Gianlorenzo chiede un nuovo incontro che si svolge sempre nel bar di San Martino e sempre per il tramite di Ceccarelli. Poi le accuse sul giornale diretto dal giornalista pluri-indagato continuano e allora è Paoloni a chiedere il terzo incontro, che si è tenuto il 4 dicembre 2008 al Nonna Pappa di Soriano. In quell’occasione “Gianlorenzo – secondo il racconto fatto dall’ex consulente di Aloisio a Siddi – estraeva un oggetto asserendo che si trattava di un microfono utilizzato per registrare le conversazioni del direttore generale della Asl Aloisio, posizionandolo sulla di lui scrivania”. Gianlorenzo avrebbe allora ribadito a Paoloni di dimettersi, affermando che sul suo capo esistessero indagini da parte della Procura.
E ancora: “Ricordo che Ceccarelli, esterrefatto per quanto udito, ha replicato a Gianlorenzo dicendogli come facesse a sapere tutti quei particolari. Lui rispose dicendo con arroganza che passava tutto il giorno in procura, era in rapporti stretti con tutta la polizia giudiziaria e i magistrati. Diceva anche che il procuratore Pazienti gli aveva detto di smetterla di fare attacchi sul giornale in quanto la vicenda si trovava al vaglio della Procura. Gianlorenzo – aggiunge Paoloni – aveva con sé un intero faldone di documenti dei quali mi esibiva alcune denunce contro di me fatte dall’ingegner Micio”.
Quanto il giornalista millantasse e quanto stretto fosse invece il filo diretto con uomini della Procura sarà l’indagine ad appurarlo. Fatto sta che secondo Paoloni Gianlorenzo era “preventivamente a conoscenza degli sviluppi delle indagini e, presumo, anche degli atti dell’indagine” sulla Asl. Tra gli esempi citati, c’è quello riguardante la confidenza fattagli da Ceccareli secondo il quale Gianlorenzo gli avrebbe dichiarato che il capitano dei carabinieri Marco Ciervo sarebbe andato in trasferta a Trieste per interrogare la moglie dello stesso Paoloni in merito a presunti maltrattamenti. “Il dottor Aloisio – aggiunge – è in possesso della registrazione di un colloqui tra un certo dottor Sassara nel corso del quale quest’ultimo afferma di essersi recato nella redazione di Gianlorenzo e di avervi trovato il capitano Ciervo”. Insomma, l’intreccio tra giornalisti, dirigenti Asl e forze dell’ordine appare sempre più vischioso.
Paoloni, rinviato a giudizio per le malversazione della locale ASL proprio grazie a un’inchiesta di Gianlorenzo, è quello che si dice un testimone attendibile e al di sopra di ogni sospetto.