Arsenico, scende in campo il presidente della Provincia Marcello Meroi. Per contestare le sanzioni amministrative elevate dalla Asl, su disposizione della Regione, verso i Comuni che, in base a campionamenti effettuati, risultano aver sforato il limite massimo di arsenico consentito nelle acque destinate al consumo umano. Meroi ha scritto una lettera al presidente Nicola Zingaretti, denunciando l’assurdità di un simile provvedimento e sollecitando un incontro istituzionale.
Questo il testo della missiva:
“Egregio Presidente,
in questi giorni ho seguito con molta attenzione, e non ti nascondo anche con preoccupazione, la vicenda dei verbali di accertamento di violazione amministrativa che la Asl di Viterbo, su indicazione esplicita degli uffici regionali preposti, ha notificato a molte amministrazioni comunali della Tuscia. Comuni le cui acque destinate al consumo umano, dopo le rilevazioni di campionamento, mostrano una percentuale di arsenico al di sopra del consentito. Tali Comuni hanno immediatamente fatto pervenire al gestore unico del servizio idrico integrato, la Talete spa, i verbali delle multe. E’ facile immaginare che amministrazioni comunali e Talete ora procederanno, come già accaduto in precedenza in situazioni simili, a presentare ricorso contro le sanzioni.
Ti renderai conto quanto, per un sindaco che sta cercando di risolvere il problema arsenico sia davvero problematico procedere all’interruzione dell’erogazione dell’acqua ai cittadini, atto certamente dovuto ma connesso a risvolti procedurali e sostanziali delicatissimi, anche perché il rischio epidemiologico legato a tale decisione, come sottolineato dall’Istituto superiore di sanità, potrebbe rivelarsi ancor più dannoso. Sono certo che anche tu converrai con me che questa vicenda presenta situazioni controverse: la Regione Lazio, attraverso la Asl di competenza, fa applicare la legge sui limiti di arsenico consentiti. Ma allo stesso tempo la stessa Regione Lazio è soggetto inadempiente, perché pur avendo dovuto realizzare gli impianti di dearsenificazione e di depurazione delle acque, non ha ancora provveduto a farlo.
Se vogliamo andare a ricercare le responsabilità più gravi in questa vicenda, credo che Comuni e Talete spa siano gli ultimi soggetti a cui si possa addossare l’onere principale di un problema, quello dell’arsenico, che negli anni né il Ministero dell’Ambiente, né i vari commissari straordinari, né la Regione Lazio hanno mai provveduto a superare ed a risolvere definitivamente. Il paradosso sta anche nel negare ai Comuni che hanno disponibilità economica per sostenere una tale spesa, la possibilità di provvedere alla realizzazione in proprio di impianti di potabilizzazione sulla rete locale. In un simile contesto, francamente non credo che allo stato attuale la Regione possa assumere nei confronti degli Enti locali, scelte sanzionatorie che penalizzano ulteriormente aspetti istituzionali che invece necessitano di una collaborazione istituzionale certamente diversa.
Conoscendo poi in dettaglio le difficoltà degli Enti locali in questa vicenda mi permetto di chiedere alla Regione Lazio ed ai suoi uffici di procedere in un clima di maggiore collaborazione per affrontare questa delicata situazione. Nel dare alla Asl il mandato di effettuare controlli, penso che sia necessario utilizzare maggiore buonsenso, altrimenti si rischia di causare ai Comuni, e quindi ai cittadini, una beffa oltre che un danno. E sono certo che tu questo abuso non voglia permetterlo.
Attendo quindi la tua disponibilità ad un incontro per trovare con te quanto prima un confronto costruttivo sull’argomento.
Marcello Meroi
Complimenti all’ufficio stampa, che paghiamo noi, del Sor Meroi.