Quando il pugile è alle corde ha due soluzioni: o cercare di reagire, picchiando a destra e a manca (in questo caso: solo a manca), oppure far gettare la spugna al suo angolo, in segno di resa. Ora, va registrato un terzo tipo di comportamento, che forse in futuro potrebbe anche essere studiato dagli antropologi: tu sei all’angolo, rischi di perdere, di finire kappao, e cosa fai? Impugni la tastiera, ma non per tirarla agli avversari: piuttosto il supporto informatico serve per vergare comunicati fiume – o un fiume di comunicati – contro il nemico. E’ quello che stanno facendo, proprio in questi scampoli di campagna elettorale prima del ballottaggio, i sostenitori di Marini Giulio, sindaco uscente chiamato alla remuntada contro Leonardo Michelini, candidato del centrosinistra già vittorioso al primo turno. E ora siamo nel piano della fase finale, del ridotto in Valtellina, degli insulti a prezzo di saldo. Che si possono leggere con comodo negli ultimi comunicati stampa vergati dalle liste che appoggiano il Bandolero stanco, una sfilza di firme in calce che va dal classico Pdl ai Fratelli (coltelli) d’Italia, fino a FondAzione, Ego Sum Leo (roarr…) e l’ultima arrivata Fiamma Tricolore (per la gioia del compianto Pino Rauti). Insomma, tra i firmatati dei comunicati mancano solo le Giovani Marmotte, ma solo perché il tempo degli apparentamenti è finito.
Leggiamo qualche perla, sottofondo una qualsiasi colonna sonora dei film di Dario Argento: “Leonardo Michelini dimostra pubblicamente di non conoscere Viterbo: altrimenti per quale motivo avrebbe ieri ripetuto davanti alle telecamere di Rai Tre di voler approvare il regolamento dell’ornato per il centro storico? Lo dice, forse, perché ignora che tale regolamento esiste ed è stato approvato in consiglio comunale poco tempo fa? Della serie: non so proprio di che parlo”. E te l’immagini lì, gli scrittori, col dito inquisitore alzato e la facce saccente. Ancora: “Michelini non sa che Ferento è di proprietà privata e che la manutenzione spetta alla Soprintendenza dei beni culturali per l’Etruria Meridionale A meno che non voglia incorrere in qualche denuncia, consigliamo quindi a Michelini di documentarsi meglio prima di entrare, vanga alla mano, nella zona di Ferento senza autorizzazione”. Ma come? Non eravamo diventati tutti garantisti, sulla scia di Berlusconi e di Giulianone Ferrara? Vabbe’, forse per le elezioni amministrative i nostri si regolano in modo diverso, cioè non si regolano proprio.
Altro giro, altro velatissimo attacco al povero Michelini, tacciato addirittura di pigrizia: “E se poi Leonardo Michelini farà anche solo il minimo sforzo di andarsi a leggere i bandi PLUS, che sono pubblici e accessibili a tutti, il candidato farà, meraviglia!, pure una doppia scoperta: in primo luogo, verificherà che i soldi ci sono e che lui è l’unico al mondo rimasto a non saperlo, come ha dichiarato ieri in diretta tv; si accorgerà poi che 13,5 milioni di risorse dell’Unione Europea sono arrivati a Viterbo grazie alla giunta Polverini. Non a quella di Marrazzo né a quella di Zingaretti. Lo sollecitiamo a compiere questa difficilissima e faticosissima operazione di conoscenza degli atti, comunque per lui necessaria al fine di dire altre corbellerie”. Come dire: pigro e pure ignorante. D’altronde, chiunque conosce i capolavori amministrativi della giunta Polverini. Persino Franco Fiorito.
In un altro comunicato troviamo la seconda raffica mariniana nei confronti di Michelini: “Ha preferito la pratica del mercanteggiamento sotto banco”. “ Forse i maggiorenti del Pd temono di veder ridotto il valore contrattuale delle rispettive correnti nella suddivisione dei posti in giunta?”. Mercanteggiare? Valore contrattuale? Questi cominciano a parlare come Mario Monti. E non è un buon segno, spiegano gli psichiatri. Altre citazioni illustri “Accordi programmatici” (come le convergenze parallele di Aldo Moro?); “Senza badare alla perdita di posizioni” (Valentino Rossi?); “Michelini invece ha preferito accordarsi in maniera occulta” (Licio Gelli? L’astrologo Branko?); “Sembra di rivedere il ballottaggio delle Provinciali del 2005 con il neo eletto Piero Marrazzo che accompagnava il candidato alla Provincia Alessandro Mazzoli su e giù per i vari paesi della Tuscia” (il trans Brenda?); “Noi non saremo sudditi di nessuno” (Michele Bakunin? I Sex Pistols?”.
Tutto qui, l’insulto è servito, le punture pure. Come cantava Renato Zero? Spalle al muro. Per coprirsi ancora di più.
Anche “Filippo Rossi da Trieste” è ormai diventato un sanguinoso insulto. Quanto meno all’intelligenza.