Un primo maggio amaro da digerire per i lavoratori del Viterbese. L’ultima batosta è arrivata giusto ieri: la Asl ha ritirato il bando per l’assunzione a tempo determinato di 16 infermieri da destinare al carcere di Mammagialla. “Una decisione assurda di cui non capisco il motivo”, ragiona Antonella Ambrosini della Cgil. Ma c’è anche chi il colpo di grazia lo riceverà domani: il 2 maggio è l’ultimo giorno di lavoro per settante precari della Provincia; dal 3 resteranno a casa, in attesa di un bando prima annunciato ma di cui già non si parla più o dello sblocco del Fondo sociale europeo che per il presidente Meroi consentirebbe di attivare progetti in cui impiegarli di nuovo.
Questi, comunque, sono solo alcuni degli esempi di un mercato del lavoro fermo come fosse ancorato a un palo da cui non si riesce a liberarsi. Prendiamo la sanità privata in convenzione col servizio sanitario regionale: qui è un’ecatombe. “Alla Salus – ricorda Mario Malerba della Cisl – per sette persone è scaduta la cassintegrazione in deroga. A Villa Rosa la proprietà ha aperto le procedure per la mobilità, dopo aver dichiarato 73 esuberi. A Villa Buon Respiro, in settimana dovrebbero saldare la mensilità di febbraio, al Gruppo Ro.Ri (clinica di Nepi e Nuova Santa Teresa, ndr) manca ancora marzo, così come a Villa Margherita di Montefiascone. Infine, i dipendenti di Villa Paola di Capranica aspettano quattro mensilità e la tredicesima”.
E’ comunque tutto il tessuto economico locale a soffrire, come ricorda il segretario della Cgil, Miranda Perinelli: “A fine aprile sono scaduti i finanziamenti per la cassa integrazione in deroga. Parliamo – dice – di 500mila lavoratori in Italia per i quali si apre la strada della mobilità o dei licenziamento individuali”. Nella Tuscia, sono coinvolti in 2mila. L’appello è al nuovo governo. “Siamo ancora in tempo per salvare i lavoratori che usufruiscono della Cig in deroga. Ma va fatto – sostiene Perinelli – un provvedimento urgente. Anche se mi chiedo: il nuovo ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, già presidente dell’Istat, oltre ai numeri ha mai visto un lavoratore in carne e ossa?”. Intanto, oggi per la Cgil niente festa nella Tuscia: una delegazione Cgil sarà a Perugia.
Anche dalla Uil, il segretario Giancarlo Turchetti conferma le pessime condizioni economico-sociali del territorio: “Tra cassintegrati ed esodati, chi è senza un posto supera i lavoratori attivi”, dice. Gli effetti si notano anche da segnali che per il sindacalista sono molto preoccupanti: “La gente che rovista nei cassonetti è oramai diventata la norma, soprattutto nei quartieri popolari. Gli anni scorsi avveniva sporadicamente. Si trattava soprattutto di stranieri. Da qualche mese, invece, vedo persone del posto che – racconta – cercano magari un paio di jeans, qualcosa da rivendersi, o si caricano gli elettrodomestici gettati via per provare a sistemarli”. Niente di nuovo, cose già note. Ma il giorno della festa dei lavoratori fanno ancora più male.
Faccio un accorato appello per trovare al più presto un posto di lavoro, possibilmente ben retribuito, per un povero disoccupato impegnato in una fallimentare e autobiografica campagna elettorale a base di palloni gonfiati. Il nome? Filippo Rossi da Trieste.