Spunta (di nuovo) la tassa occulta sulle “scorie” speciali. Nascosta dietro la sigla ”Sistri”, il sistema di controllo sulla tracciabilità dei rifiuti. Un minimo di storia per spiegare l’ennesimo balzello ai danni delle aziende. Comunque per tentare di ricostruire un autentico puzzle fiscale. Quando, nel 2009, il Sistri – emanazione del ministero dell’Ambiente – nacque, scattò l’obbligo di iscrizione alla Camera di Commercio per tutte le ditte ”produttrici” di rifiuti speciali. Identico obbligo di iscrizione, ma in un albo apposito, anche per i ”trasportatori” di questi rifiuti. Evidentemente il sistema richiedeva la precisa identità di chi queste scorie produceva e di chi le trasferiva con l’obiettivo di monitorare il percorso di materiale speciale (spesso tossico) da tenere sotto controllo. L’iscrizione non era gratuita: 120 euro iniziali all’anno per le 1.566 imprese ”produttrici” (per esempio, meccanici, carrozzieri, parrucchieri, estetisti). E fino a 3.000 euro per le quasi 140 imprese di ”trasporto” di rifiuti speciali. Canoni che alla prova dei fatti non sono andati a buon fine in quanto il Sistri praticamente non è mai partito, certo ha avuto un’esistenza assai tribolata.
Dal prossimo 1 ottobre il sistema sarà di nuovo operativo. Così dicono. E le circa 1.700 aziende viterbesi interessate dovrebbero tornare a pagare i canoni. Perché i vecchi versamenti sono stati azzerati; della serie ”il passato è passato”. Si sono già attivati «non ben identificati call center – puntualizza la Cna – per chiedere alle ditte il riallineamento dei dati, peraltro senza fornire alcuna garanzia sul piano della privacy». E, invece, informare sui nuovi abbonamenti da pagare. Gli iscritti dovranno verificare «l’attualità dei dati e delle informazioni trasmessi». I ”produttori” di rifiuti pericolosi avranno tempo fino al 30 settembre 2013, i ”trasportatori” fino al 28 febbraio 2014. La confederazione degli artigiani però intravede nella operazione Sistri qualcosa di poco chiaro, a partire, appunto, dall’attività dei call center, se è vero che «il contributo per le imprese iscritte alla data dello scorso 30 aprile si intende sospeso». Che i canoni da pagare e la stessa attività del sistema di monitoraggio e controllo sollevino più di qualche perplessità è confermato dalla netta presa di posizione del segretario Cna di Viterbo, Luigia Melaragni: «Ci auguriamo che il ministro dell’Ambiente attivi il tavolo di confronto richiesto e si arrivi, prima dell’estate, al superamento del Sistri per evitare ulteriori danni alle imprese». Almeno si evitino loro nuove trasfusioni senza garantirle sulla destinazione finale dei soldi.
Rispunta la tassa occulta sulle scorie speciali
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