C’è chi la sta menando parecchio, in questa campagna elettorale, con la cultura come risorsa, la cultura come sistema, la cultura come economia. Benissimo. Oggi però la cultura potrebbe diventare una bomba atomica sulla strada che porta a Palazzo dei priori e alla relativa fascia tricolore da sindaco. Il mirino – metaforico, s’intende – è fissato sulla conferenza che Melting pot comunicazione terrà all’Underground, in via della Palazzina, con i detonatori impostati per le ore 17.30 di questo pomeriggio.
La domanda su cui ruota l’incontro sembra innocua, almeno all’apparenza: “Quale politica cultturale attueranno i candidati se verranno eletti sindaci?”. Candidati che sono stati invitati tutti all’evento di oggi e che, almeno nella stragrande maggioranza dei casi, hanno garantito la loro presenza o quella di un delegato di fiducia. Bene, ma dietro la domanda di riscaldamento si nasconde il resto, che è succoso. Quelli di Melting Pot comunicazionehanno realizzato infatti uno studio accuratissimo “sull’utlizzo dei fondi per la cultura che il Comune ha speso nel bilancio del 2012, o direttamente o attraverso i contributi distrubuiti a terzi (tipo le associazioni)”, come spiega Mauro Morucci, il direttore di Mp. Insomma, gli occhi e le calcolatrici della casa editrice hanno esaminato tutte le delibere approvate dal settore cultura, classificandole poi per macrocategorie e settori. “Un’analisi dettagliatissima”, la definisce ancora Morucci.
Il passo successivo sarebbe chiedere ai ricercatori quali cose abbiano scoperto. Ma a Melting pot si preferisce restare sul vago, lasciando il colpo di teatro per oggi pomeriggio, dal vivo. “Quello che abbiamo ricostruito potrà essere una utile base di partenza per discutere coi candidati, utilizzando dati certi e non chiacchiere. Possiamo dire che è emerso un sistema di contributi a pioggia, che non è una novità”. A pioggia, vale a dire tante piccole donazioni e/o patrocini a mille iniziative ed eventi culturali diversi che accontenta sì tutti i questuanti (e ce ne sono in abbondanza…) ma che lascia aperta la discussione sulla sua validità. Non converebbe, piuttosto, puntare tutto su una serie ridotta di appuntamenti – magari di richiamo nazionale o europeo -, concentrandovi tutte le risorse, invece di disperdere gli euro per realtà più piccole e tutto sommato, neanche rroppo accattivanti? La questione è aperta, il dibattito pure. Almeno si spera.
La visione del dossier è sconsigliata ad analfabeti, servi e salariati dell’ex autista di Perugi e sindaco pro tempore.
Qualcosa mi dice che la visione del dossier è altrettanto sconsigliata agli scomposti militonti di Filippo Rossi da Trieste.