La proroga c’è ma i soldi in tasca i lavoratori non li hanno comunque. La Regione ha siglato con i sindacati il prolungamento sino a giugno della cassintegrazione in deroga, di cui nel Viterbese usufruiscono circa 2mila lavoratori. Eppure, gli stessi possono tirare un sospiro di sollievo solo a metà: l’Inps è da gennaio che non anticipa più questa tipologia di ammortizzatore sociale. Significa che quelle persone da quattro mesi sono senza soldi. “Una vera emergenza. Chiediamo a Regione e Parlamento di spingere il ministero ad autorizzare il pagamento”, dichiara Rosita Pelecca, segretario della Cisl.
Ma dal sindacato di Raffaele Bonanni critiche pure alle banche: “Nelle scorse settimane – ricorda – abbiamo firmato un accordo con l’Abi e la Provincia affinché gli istituti di crediti anticipassero la cassintegrazione. Ebbene, a oggi di concreto non è stato fatto nulla. Significa che questi lavoratori sono abbandonati da istituzioni e banche”. Operai di imprese edili e dell’industria, ma anche dipendenti di piccole aziende di servizio o del turismo vittime della crisi da un lato e della farraginosità del sistema di tutele sociali dall’altro.
Ora la Regione, anche dietro il pressing dei sindacati, ci ha messo una pezza per due mesi. Il 10 maggio è previsto l’ennesimo incontro con le parti sociale per capire come procedere. “Contiamo – dice Pelecca – che vengano reperite le risorse per arrivare fino a dicembre”.
L’appello è alla Regione e al Parlamento. “Chiediamo – conclude – che la prima proceda con le determine indispensabili per rendere esecutivo l’accordo, mentre deputati e senatori dovrebbero spingere sul ministero affinché dia all’Inps il mandato di pagare”.