“Ho il terrore di finire in mezzo alla strada. Se fossi sola, non me ne preoccuperei. Ma i piccoli, come faccio con i piccoli?”. Anna (nome di fantasia) è una donna rumena di 46 anni. Da nove vive a Viterbo. Prima con un compagno violento che la picchiava, tanto da finire agli arresti domiciliari. Con lei tre figli: due minorenni (8 e 14 anni) e una figlia di 23 anni, che a sua volta ha un bimbo di tre anni e mezzo. Ebbene, a gennaio ha perso il lavoro, non è ancora riuscita a trovarne un altro e non riesce più a pagare l’affitto. Però, la casa popolare ancora non le è stata assegnata.
“Ho lavorato per tanti anni in campagna come bracciante. Un lavoro duro ma che – racconta – mi ha consentito di mandare i piccoli a scuola e di non far mancare loro nulla. Poi, due anni fa, mi sono dovuta operare di ernia al disco. Da allora ho avuto problemi perché non posso più sollevare carichi pesanti come prima. E a gennaio mi hanno licenziata”. Da allora, Anna gira la provincia in lungo e in largo lasciando curricula a ristoranti, alberghi. “Ma finora nessuno mi ha richiamata”, dice sconsolata.
L’affitto? 450 euro al mese per una casa di tre stanze a via Mazzini. Più volte si è rivolta ai servizi sociali. “Sono in lista da anni per la casa popolare. Sono a metà, mi dicono sempre che devo aspettare. Ma come faccio ad aspettare con tre bimbi minorenni che rischiano di finire in mezzo alla strada?”, si chiede tra le lacrime senza riuscire a trovare una risposta.
“Qualcuno mi aiuti. Chiedo solo – dice – di avere la possibilità di lavorare per mantenere me, i miei figli e mio nipote. Sono una persona seria e onesta, spero che il sindaco o qualcuno del Comune riesca a darmi una mano”.