Il decoro urbano per ridare a Viterbo un’amministrazione decorosa. Non solo questione di gusto, di immagine, di bon ton. La cura della città dovrebbe essere un obiettivo prioritario per il futuro sindaco. Un obiettivo da raggiungere a costo basso, ma che potrebbe dare il là a un cambiamento culturale epocale per la città. Chiusura al traffico sì, oppure meglio il parcheggio selvaggio. Animali a spasso che fanno i bisogni ovunque (cosa normale per un quadrupede), i cui proprietari si dimostrano però le vere bestie, visto che il regalino lo lasciano a terra imperterriti. Oppure sampietrino divelti rattoppati con un bel colpo di catrame, nero come il pugno nell’occhio che garantisce all’osservatore più o meno distratto.
“Che cosa farei se fossi sindaco?”. Il decalogo di Antonio Obino, (ancora per pochi giorni) delegato al decoro urbano, è fatto di semplici azioni. “Mi permetto di dare un suggerimento a tutti i candidati sindaci. Nessuno finora ha parlato di un aspetto fondamentale dell’amministrare una città: concentrare tutte le risorse umane ed economiche nel mantenere in buono stato tutto ciò che a Viterbo è stato già fatto ma che non viene mantenuto in modo decoroso”.
La lista obiniana è lunga: pulizia della tangenziale, cura delle aiole di via Marconi, di viale Trento e viale Trieste; rimettere i selciatini mancanti nel centro storico al posto del catrame; raddrizzare la segnaletica stradale divelta e rifare quella scolorita; curare le aree verdi del Sacrario, del Carmine, di Pianoscarano, dell’Ellera, di Santa Barbara, di piazzale Gramsci.
E ancora: ripristina i bagno pubblici ora tutti chiusi e in disuso nonché incentivare i bar a trasformare i propri anche a pagamento così da tenere più pulita la città; obbligare i proprietari di case nel centro a ripulire le grondaie e costringere chi ha un cane a ripulirne gli escrementi ora lasciati per strada. Infine, coordinare in un’unica cabina di regia le manifestazioni culturali che d’estate animano il centro.
A ben vedere, si tratta soprattutto di azioni di civiltà ed educazione che evidentemente per molti viterbesi non sono così scontate, viste le condizioni in cui versa la città. Ma è responsabilità di chi amministra dare il buon esempio e in un certo senso educare i cittadini al rispetto di Viterbo. Finora questo è mancato.