Vero è che i voti si danno soprattutto a scuola. Vero è anche che chi si presenta come candidato a una carica pubblica deve avere bene in mente che da quel momento stesso si sottopone al giudizio dell’opinione pubblica, che può promuoverlo o bocciarlo. Vero è anche che i singoli giudizi sono ovviamente soggettivi, e che possono essere completamente ribaltati da una persona all’altra. Vero è che tutto ciò che è stato espresso sopra è il cosiddetto sale della democrazia, altrimenti ci sarebbe il pensiero unico.
Vero è inoltre che Viterbopost, all’indomani del confronto a tre (Valeri, Serra, Michelini) per le primarie del centrosinistra, ha dato i voti. Ossia, ha espresso il proprio punto di vista (rigorosamente soggettivo) sui tre candidati, traducendolo poi con un voto per giocare un po’, o – se volete – per mettere un po’ di peperoncino nel sugo.
Vero è che questo fatto ha provocato qualche irritazione di troppo, esplicitata però in camera caritatis.
Detto tutto ciò, sono due le osservazioni da fare: la prima è che ognuno è padrone di vederla come vuole, senza che si vadano subito a scomodare le dietrologie (costume purtroppo diffusissimo a Viterbo, che relega spesso i viterbesi nel provincialismo più retrivo); la seconda è che le opinioni si possono anche legittimamente contestare (e il sito Viterbopost lascia spazio ai commenti proprio per sollecitare il dibattito su tutti i temi che propone). Con una sola condizione: che chi contesta ci metta la faccia, come l’autore dell’articolo.