Il M5S tarquiniese accusa il sindaco Mauro Mazzola di mettergli il bavaglio. “Ci hanno negato la possibilità di filmare il consiglio comunale, bocciando la nostra richiesta di autorizzazione”, denuncia il consigliere Cesare Maria Celletti. Il sindaco Mauro Mazzola risponde che: “No, sono i 5 stelle che lo streaming lo fanno solo quando gli pare. Sono solo fuochi di paglia bagnata: fumo e basta. E’ ora che la gente sappia chi sono veramente: dei fantasmi e niente più”.
Fatto sta che l’idea della democrazia dimostrata dai grillini è molto elastica. Soprattutto perché mentre considerano il web e la diretta streaming come la panacea di tutti i mali quanto si riuniscono al Senato o alla Camera dei deputati spesso lo fanno in stile carbonaro: niente telecamere e soprattutto niente giornalisti, fatti allontanare e tenuti a distanza di sicurezza dai commessi del Parlamento ridotti a buttafuori. Fosse mai che qualcuno dovesse origliare che anche all’interno del movimento la volontà dei componenti rispetto al futuro del Paese non è poi così granitica come invece i portavoce fanno pensare. E soprattutto valutato che il capo, l’ex comico Beppe Grillo il suo verbo lo dispensa solo sul web e fugge dai giornalisti come fossero moderni untori.
“Siamo di fronte all’ennesima prova di come il sindaco e questa amministrazione sbeffeggino i cittadini e il loro diritto di vivere la politica comunale: continuano a convocare il consiglio in orario di lavoro – di fatto impedendo alla gente di partecipare – e ora ci negano anche la possibilità di filmarlo per metterlo a disposizione sul web. Vogliono nascondere scelte e affermazioni ai cittadini”, è la veemente protesta del consigliere grillino. Le motivazioni? Per Celletti “confuse e goffe, con il sindaco che collega la scelta al fatto che i portavoce parlamentari del M5S non hanno concesso domande ai giornalisti. Come se la gestione della cosa pubblica cittadina sia una vicenda personale, e la conoscenza di quanto avviene in consiglio secondaria alle antipatie politiche di questi amministratori”.
Ma addirittura in consiglio sono volate parole grosse: il consigliere Gentili, nel corso della seduta, ha parlato di “metodi fascisti del Movimento 5 Stelle” e di “trasparenza di comodo”. Non sia mai che un’accusa del genere venga rivolta ai grillini (avete visto la fine del povero Fiorello, ricoperto di contumelie per aver ironizzato sul movimento?). “È certo – domanda Celletti – che i metodi “fascisti” siano quelli del Movimento? Si è mai interrogato sulle censure e sulla propaganda del suo partito? Possibile che in lui, al di là della sua natura faziosa e arrogante, non viva nessun dubbio sui comportamenti di certi suoi colleghi di partito che sostiene senza incertezze?”.
E però Mazzola non ci sta e spara ad alzo zero: “Che vogliono i grillini? Rendere pubbliche le nostre iniziative e non le loro? Io ragiono – dice il sindaco – in maniera semplice: tutti i tagli agli apparati che si stanno facendo in Parlamento e nelle Regioni sono persone licenziate. Così si crea una marea di disoccupati. E mi sono stufato: i disonesti non sono tutti politici. Io faccio il politico ma non sono disonesto. La casta non è questo, è altro. Il delinquente va colpito e messo in galera. Ma non si può fare di tutta l’erba un fascio”.
Per Mazzola il M5S parla alla pancia degli italiani e basta. “E’ facile – dice – fare l’anti-politica. Perché non facciamo gli anti-dirigenti, quelli che guadagnano decine di migliaia di euro al mese. Mi hanno stufato i 5 stelle: non fanno alcuna proposta. Non sanno leggere un bilancio, non sanno affrontare il problema. Troppo semplice dire che siamo contro la politica. Sono stufo di correre dietro ai fantasmi”. E rivolto ai grillini dice: “Molti cittadini vi hanno dato fiducia per controllare e governare. Ma voi avete paura di governare e sapete che il 100% non lo otterrete mai. Siete dei vigliacchi perché in un momento di crisi avete preso il voto della gente che voleva mettervi alla prova, invece volete sfasciare e basta”.
I grillini non è che siano, per tanti e diversi motivi, molto simpatici, ma francamente Mazzola sembra un trombone e per giunta arrogante. La sua frase da ricordare e incorniciare, semmai dovesse (non glielo auguriamo) incappare in disavventure giudiziarie, è la seguente: “Io faccio il politico ma non sono disonesto”. Buona fortuna, Sor Sindaco!