Maltrattare gli animali è peccato? Forse sì, se verrà accettata per buona una proposta lanciata sul web dagli animalisti e tuttora in cerca di adesioni. E allora la morte di Tiffany – la cavalla scivolata sull’asfalto bagnato durante il palio di Ronciglione e dissanguata per la recisione della giugulare, dopo aver cozzato violentemente contro le paratie di legno messe a difesa degli spettatori – è il peccato più grave.
In attesa di quella superiore, la giustizia terrena intanto ha preso le contro-misure e al Tribunale di Viterbo si è tenuta la prima udienza del processo (rinviato a ottobre) che vede imputati per il reato di maltrattamento di animali l’ex sindaco di Ronciglione, Massimo Sangiorgi, e il presidente della Proloco, Luciano Camilli. Parte civile la Lav per la morte della cavalla. Il Comune inoltre, è stato citato per danni dal ministero della Salute per 544.350 euro perché non sono state prese le giuste precauzioni di legge per evitare il grave incidente. Però le scuderie di Ronciglione fanno pressione sul nuovo sindaco per riavere il loro Palio.
Ma possibile che si dovrà arrivare a dichiarare peccato il maltrattamento degli animali per vederli rispettati come meritano? Ovviamente si può obiettare che nemmeno le persone vengono rispettate – centinaia di migliaia di morti al giorno per fame e sottoalimentazione, guerre silenti o deflagranti, malattie devastanti che potrebbero essere evitate con medicinali o vaccini poco costosi – figuriamoci se si può pensare alle bestie. Non si riflette abbastanza sui collegamenti che rendono la Terra un villaggio globale che potrebbe diventare invivibile se alcuni stanno bene, pochi benissimo e la moltitudine malissimo.
E i cavalli? Sono gli esseri più affettuosi che si possa immaginare, così imponenti, fedeli, coraggiosi eppure così docili e sottomessi all’uomo che da sempre li sacrifica al duro lavoro, alla guerra e anche al suo divertimento. Così si torna alla barbarie del Palio, quello senese conosciuto in tutto il mondo e quello molto meno noto di Ronciglione che però conta le sue vittime. Non poche. E comunque ne basterebbe una soltanto perché quella corsa di animali “scossi” non avesse motivo di esistere. Se qualcuno proprio vuole provare l’emozione di cavalli in corsa, ci sono sempre gli ippodromi per assistere dal vivo a una gara di grande impatto emotivo o i centri equestri dove chiunque può montare in sella a un castrato e galoppare per un’oretta. E scoprire la nobiltà di quel cavallo che lo porta pazientemente in groppa quando gli basterebbe un colpo di reni per catapultare il suo cavaliere nella polvere. Cosa che non farà mai a meno di essere fortemente provocato. A differenza degli umani – almeno alcuni – che possono veder agonizzare una cavalla soffocata dal suo stesso sangue e pensano a come assicurarsi di nuovo il Palio.