Un famosissimo detto cita il destino di don Falcuccio e fa riferimento a un ipotetico prete il quale, privato degli abiti, rimase per l’appunto ignudo, e dunque costretto a coprirsi le pudenda “con una mano davanti e un’altra dietro”.
E la fine di don Falcuccio, a questo punto, rischia di farla il buon Franco Simeone, già assessore provinciale con deleghe ad agricoltura, caccia, pesca, programmazione, sviluppo economico ed attività produttive, sportello dei consumatori, trasporti e mobilità, ufficio relazioni con il pubblico, il quale ieri mattina ha presentato le sue dimissioni nelle mani del presidente di palazzo Gentili Marcello Meroi. Il quale le ha accettate senza pensarci nemmeno un attimo.
Finisce così la prima parte della telenovela, tutta targata Pdl viterbese, cominciata sabato scorso quando proprio il nome di Simeone era spuntato – all’insaputa dei più – come uno dei due candidati (l’altro è Daniele Sabatini) – in corsa per la Regione nel partito Azzurro. Una nomina che aveva provocato molti mal di pancia nel partito e una vibrata protesta proprio da parte di Meroi, il quale aveva annunciato ufficialmente il proprio disimpegno nelle prossime consultazioni regionali e politiche. Il presidente della Provincia – che quando si arrabbia, si arrabbia – si era anche augurato che Simeone si dimettesse da assessore, in virtù dei pressanti impegni della campagna elettorale.
Beh, Simeone – politico navigato e globetrotter, avendo militato in diversi partiti – ci ha provato. E ha proposto una sua autosospensione fino al giorno delle elezioni, ma dall’altra parte ha trovato il granito. Niente da fare. Nisba. Meroi, sostenuto anche da Giulio Marini, è stato irremovibile. E così il buon Franco si è dovuto “volontariamente” dimettere. E i contestatori hanno così potuto consumare la loro vendetta, neanche tanto fredda.
Ora resta da vedere se lo sponsor di Simeone, ovverosia quel Francesco Battistoni che lo ha proposto all’ultimo momento (soffiando il posto a Giovannino Arena) quando ha capito che il suo nome era improponibile, gli abbia fatto o meno un favore. Per due motivi. Il primo: non è affatto sicuro che nella Tuscia per il Pdl scatti il seggio, essendo molto più probabile che il candidato viterbese vada a finire nel calderone dei resti e dovrà vedersela coi candidati romani. Il secondo: il suo competitor è un giovane rampante che a Viterbo ha raccolto molte simpatie.
E allora, la fine di don Falcuccio per Franco Simeone è piuttosto concreta.
Simeone? Ora rischia la fine di don Falcuccio
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