“No alla demagogia del mega aeroporto di Viterbo, buono per tutte le campagne elettorali. La Tuscia ha bisogno di strade verso la capitale percorribili in sicurezza e di una corretta cura del ferro”. E’ la replica di Walter Mancini alle recenti dichiarazioni del sindaco di Viterbo Giulio Marini.
Mancini, candidato per Sel al Collegio Laziodue per la Camera dei Deputati, afferma:. “Quella del terzo scalo del Lazio, da realizzare nella città dei Papi è una vera e propria beffa che trasversalmente Pd e Pdl, hanno offerto nei confronti dei cittadini del Viterbese. Beffa spinta a un livello tale di sfacciataggine da dare vita anche all’assessorato all’Aeroporto a palazzo dei Priori. Un ufficio inutile, capace di drenare risorse economiche senza produrre risultati. Una roba che meriterebbe l’attenzione di Rizzo e Stella, giornalisti noti per le loro inchieste sugli sprechi della politica”.
“Quelli appena trascorsi – prosegue Walter Mancini – sono stati anni in cui la grande epopea dell’aeroporto ha rubato centralità nell’agenda politica a opere più utili e sicuramente più facilmente concretizzabili a vantaggio del territorio. A partire dal raddoppio della ferrovia Roma-Viterbo per arrivare alla conclusione della Trasversale Orte-Civitavecchia. Quest’ultima, veramente strategica per unire Tirreno e Adriatico, sfruttare al meglio le potenzialità del porto di Civitavecchia e mettere a regime l’Interporto di Orte. Il punto vero dunque è quello dei collegamenti con la capitale. Collegamenti lenti e obsoleti. Quanti viterbesi quotidianamente si recano a Roma? Questi cittadini, che ogni giorno perdono ore e ore per spostarsi su strade e ferrovie insostenibili, meritano risposte concrete”.
“Siamo in campagna elettorale – conclude Mancini – ma mi allarmano le dichiarazioni che il centrodestra viterbese fa sulla volontà politica di costruire il mega aeroporto ugualmente, con fondi propri. Mi preoccupano perché temo che nascondano piani di ulteriore occupazione di suolo, in una città che veramente non ne ha bisogno. Penso ad esempio alla vicenda Itet. In virtù dei vincoli previsti a causa dello scalo su una parte della zona termale si è spinto, negli scorsi mesi, per trasferire la metratura al Barco, dando un colpo di bacchetta magica e trasformando il cemento di impianti termali in cemento di appartamenti residenziali. Il rischio è che si tenti, ancora una volta, attraverso la bugia dello scalo, di ridisegnare urbanisticamente la città”.