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I grillini viterbesi in subbuglio: arriva Beppe

Beppe Grillo

Beppe Grillo

“Per noi sarà un’altra Santa Rosa”, dicono quelli del Movimento cinque stelle viterbese. E va bene che a mischiare il sacro col profano,  a volte, si rischia la scomunica, ma in fondo Beppe Grillo può anche passare per Messia. Ha il fisico del ruolo, l’eloquenza, il magnetismo. E sarà nel capoluogo giovedì prossimo, in carne e ossa, per il penultimo comizio (Incontro? Confronto? Spettacolo? Messa cantata?) prima della chiusura della campagna elettorale, prevista per venerdì a Roma, nella piazza delle adunate per antonomasia, piazza San Giovanni.

Perché la campagna elettorale del leader del Movimento si chiami ”Tsunami tour” lo si capisce dall’attesa, dal fermento, dal febbrile lavorìo che trapela dai rappresentanti viterbesi. “La tensione cresce – ammette Giovanni Locombi, che oltre a far parte del gruppo ne cura anche il sito locale, viterbo5stelle.it – per un evento che aspettiamo da mesi e per il quale ci stiamo preparando a dovere. Martedì abbiamo l’ultima riunione per rifinire i dettagli, ma il grosso è stato fatto”.

A partire dal risolvere i problemi pratici, logistici. Già, perché lo Tsunami tour finora è stato fedele al nome anche nei numeri: folle oceaniche ovunque, ad ascoltare Grillo nelle piazze, da sud a nord. L’altro giorno, per dire, erano oltre duemila a Susa, in Piemonte (mica una megalopoli), mentre a Verona la marea umana ha circondato l’antica Arena, quasi inghiottendola. “Ci aspettiamo tanta gente anche a Viterbo – ammette Locombi – e abbiamo trovato anche qualche difficoltà a individuare il posto giusto per l’incontro. Piazza del Comune rischiava di essere troppo piccola, così abbiamo optato per piazza del Teatro. Sarà una manifestazione civile, naturalmente, ma vogliamo creare meno problemi possibili alla città”. Insomma, niente misure eccezionali come in occasione dell’arrivo di Mario Monti, quando buona parte del centro storico fu blindato dalle forze dell’ordine (artificieri compresi…) per un comizio tutto sommato ristretto.

Ma chi sono i grillini viterbesi? Intanto, chiamarli così è una licenza poetica una tantum: loro non gradiscono, si sa. I candidati verranno presentati giovedì dal grande capo, d’accordo, ma finora sono rimasti un po’ nell’ombra: “E’ giusto così. I nomi contano fino ad un certo punto, non sono nomi dei soliti noti in politica, ma di persone normali che si sono avvicinate al Movimento in modo spontaneo, venendo agli incontri, frequentando le nostre iniziative”, spiega ancora Locombi. E quanti sono, i grillini (aridaje) viterbesi? Dicono di non essersi  mai contati, anche se basterà dare uno sguardo alla piazza, giovedì sera, per rendersene conto. Col rischio – ampiamente calcolato – che tra il pubblico ci siano molti infiltrati, diciamo così, curiosi che vorranno vedere Grillo con la speranza magari di farsi due risate, come ai vecchi tempi di Te la do io l’America. “Vorrà dire che verranno, ascolteranno, e magari poi si convinceranno della validità delle nostre idee”, dice Locombi.

E lui, il guru, cosa saprà di Viterbo? “Gli accenneremo i problemi del nostro territorio, della gente comune. Le cose di cui ci si lamenta al bar, nelle piazze. L’arsenico nell’acqua, i rifiuti, lo sviluppo del termalismo, cose così”. Il resto del lavoro lo farà Grillo, quello dello Tsunami.

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