Dal coordinatore provinciale del Circolo Reale della Tuscia Aldo Quadrani riceviamo e pubblichiamo:
“Ormai è consuetudine accendere la televisione o leggere un quotidiano ed avere la notizia che sono stati denunciati lavoratori che, dopo aver timbrato il cartellino di entrata al lavoro, tranquillamente se ne escono per svolgere le proprie attività in barba della Comunità che provvede al pagamento delle loro retribuzioni. E tutti i benpensanti condannano duramente questi parassiti dello Stato. La deplorazione è senz’altro giusta, ma quando questo tipo di insegnamento viene dall’alto nulla si dice.
In questi giorni la nostra città ha visto l’arrivo di due alte cariche dello Stato con grande dispiego di Forze dell’Ordine, divieti di sosta e transito, blindatura di tombini e cestini e quant’altro per giustamente dare quella sicurezza che due Uomini che rappresentano la Nazione devono avere. Ma c’è un piccolo ma importante particolare: Mario Monti prima e Gianfranco Fini poi non sono venuti a Viterbo in visita istituzionale, ma semplicemente quali rappresentanti di partito, quindi a titolo privato, per proporre e presentare i propri candidati, come avrebbe potuto fare un qualsiasi Berlusconi, Bersani, Giannino, Grillo o Ingroia.
La domanda è: chi paga tutto ciò? E quale è la differenza con l’impiegato che esce dal lavoro e va a fare la spesa o giocare a tennis? Non c’è utilizzo del denaro pubblico in tutti e due i casi? Forse la Corte dei Conti o chi è preposto a che non ci sia un danno alle casse pubbliche dovrebbe fare una riflessione.
E questo è ancora un ulteriore punto di distacco tra la popolazione e chi la guarda dall’alto. Le prossime e vicine elezioni siano quindi un momento di ponderazione prima di mettere la famosa crocetta sulla scheda elettorale”.
I comizi dei big politici: chi paga le scorte?
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