Avevano scelto il giorno di San Valentino – da vecchi romantici della politica, forse – per mandare un messaggio chiaro, magari non d’amore, ma di trasparenza sì. Da allora, da quando cioè la federazione provinciale de La Destra ha reso nota pubblicamente la sua lista della spesa, nessuno ha avuto il coraggio di seguire la sua strada. Calma piatta, acqua in bocca, e facciamo i vaghi. Una sorta di alleanza trasversale all’insegna del silenzio: altro che grosse koalition.
D’accordo: magari il gesto della squadra del segretario Andrea Scaramuccia era soltanto una provocazione, una lucida follia per scompaginare un po’ gli arrugginiti meccanismi della politica viterbese. Ma il fatto che nessuno abbia risposto, che le altre formazioni si siano voltate addirittura dall’altra parte, solleva più di un cattivo pensiero: nessuno era obbligato a fare altrettanto, a sputtanare le sue entrare e le sue uscite, ma forse in giro qualche coda di paglia di troppo c’è. E la stagione della caccia si sta per aprire.
Ricapitolando. Per i primi quindici giorni di campagna La Destra provinciale ha speso un po’ più di 1300 euro (1348.5, per la precisione) per promuovere la sua attività in vista delle elezioni politiche e regionali del prossimo finesettimana (per le comunali, previste ad aprile, è un altro discorso da affrontare nei prossimi mesi). Pochi, pochissimi, considerato anche che il partito esprime stavolta anche il candidato presidente alla Regione Lazio, Francesco Storace. La Federazione ci tiene anche a far sapere da dove siano arrivati questi denari: “Autofinanziamento e tesseramento annuale”.
Ora è successo che “oltre ai tanti attestati di stima”, come precisano dalla sede, qualcuno abbia fatto un po’ troppo lo spiritoso, chiedendosi se davvero questo bilancio sia attendibile o magari un po’ “sgonfiato”. I soliti scettici, i soliti maliziosi. Tanto che Pierpaolo Pasqua ha tuonato: “Invitiamo pubblicamente quanti hanno espresso dubbi sulla veridicità dei conti a non lasciar cadere l’argomento ed a venire a verificare di persona quanto abbiamo speso e come, in federazione in strada Cassia sud 3 a Viterbo, aperta tutti i giorni dalle ore 8 alle ore 20 ed oltre, dove potranno trovare registro, scontrini e fatture”. Insomma, i santommaso di turno potranno persino ficcarci il naso ed uscirne convinti.
Ancora. La Destra ha anche riportato in modo certosino la suddivisione delle spese: 39 euro per tre striscioni di carta, 550 euro per bandiere e manifesti elettorali , 60 euro per schede telefoniche, 150 euro per il rinfresco “offerto ai giornalisti alla presentazione dei candidati” (i giornalisti con la pancia piena ringraziano). Altre esigenze, come le chiavi Usb o la benzina per gli spostamenti in auto sono state affrontate direttamente con “mezzi propri dei militanti”: e ne è la riprova il fatto che sabato scorso lo stesso Scaramuccia è stato vittima di un incidente stradale in quel di Capranica, mentre accompagnava con la sua auto il presidente nazionale del partito Teodoro Buontempo.
Fin qui, la trasparenza. Poi ci sarebbe da affrontare quella densa cortina fumogena calata immediatamente dopo. Nessun altro partito, formazione, lista civica eccetera ha voluto seguire l’esempio virtuoso de La Destra. Tutti hanno continuato le rispettive campagne letterali spendendo e spandendo secondo le loro disponibilità: comizi, aperitivi, incontri, dibbbattiti (rigorosamente con tre b), serate danzanti, coctkail party, cene in piedi o seduti. E ancora: striscioni, manifesti, volantini, santini (laici), spille, gadget vari (e spesso orribili), persino automobili e furgoncini griffati, hai visto mai che al semaforo riesco a rimediare un paio di voti in più. Nessuno, però, che abbia fatto due conti. E se li ha fatti, ha preferito non renderli noti al pubblico, cioè ai potenziali elettori. Hai visto mai che troppa trasparenza possa far male, all’oscurità in cui sguazza la nostra politica.