Il presidente della Regione ha posticipato alla data del 10 febbraio prossimo la chiusura della stagione venatoria, precedentemente fissata per ieri, per la caccia alle specie colombaccio (Colomba Palumbus), cornacchia grigia (Corvus corone cornix), gazza (Pica pica) e ghiandaia (Garrulus Glandarius). La decisione è stata adottata in seguito al rilascio dei pareri favorevoli dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) che ha certificato come il posticipo dell’attività venatoria, non andrà ad incidere negativamente sullo stato di conservazione delle specie interessate e sull’equilibrio faunistico ambientale del territorio.
Il posticipo della caccia è però vincolato all’osservanza di alcune specifiche prescrizioni per ciò che riguarda gli appostamenti e la quantità di selvaggina cacciabile. Gli appostamenti devono essere collocati a non meno di 500 metri dalle zone umide, frequentate dagli uccelli acquatici in quanto sensibili al disturbo causato dalla caccia e a distanza superiore a 500 metri dalle pareti rocciose o parzialmente tali, a tutela dell’inizio delle attività riproduttive del falco pellegrino e del lanario. Il limite di carniere giornaliero, per ciascun cacciatore, è stabilito nella misura di venti capi complessivi delle specie autorizzate, dei quali, comunque, non più cinque capi per la specie del colombaccio. L’esercizio venatorio è consentito senza l’ausilio del cane dovrà svolgersi dalle ore 6.15 alle ore 17.30. Nelle zone di protezione speciale (ZPS) la caccia è consentita nei soli giorni di giovedì e domenica.