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Villa Buon Respiro a un passo dal baratro

villa_buon_respiroLa sanità viterbese si avvicina di giorno in giorno verso il baratro. Nel pubblico le liste d’attesa non finiscono mai, come i rotoloni Regina; i cittadini possono sentirsi male solo a orari prestabiliti, perché altrimenti rischiano di trovare il reparto chiuso (vedi neurologia che alle 20 serra tutto per carenza di personale); manca persino la carta igienica negli ospedali, mentre i dipendenti fanno i salti mortali per garantire i livelli minimi assistenziali. Nel privato convenzionato non si sta affatto meglio. A un passo dal vuoto si sentono i lavoratori di Villa Buon Respiro, la clinica riabilitativa per malati psichici in strada Filante nel capoluogo, di proprietà del gruppo Tosinvest. Finita, insieme alle altre 12 strutture laziali in capo alla famiglia Angelucci, nel tritacarne del braccio di ferro con la Regione.

Un braccio di ferro che oramai da tempo si è spostato sui banchi dei tribunali, con i primi a chiedere il pagamento di 260 milioni di euro per le prestazioni erogate in regime di convenzione, e la seconda a dire che no, quei soldi non gli spettano. Nel mezzo, migliaia di pazienti e di lavoratori. A Viterbo parliamo di 230 ammalati e 180 dipendenti, questi ultimi senza stipendio da novembre, dopo che la mensilità di ottobre l’avevano ricevuta solo grazie all’impegno della Asl ad anticipare 450 mila euro. Quando commissario ad acta della sanità laziale era Enrico Bondi, aveva annunciato lo sblocco di 20 milioni di euro “a favore di Unicredit Factoring – si leggeva nel comunicato – a fronte delle fatture pregresse del gruppo San Raffaele. Il 50 per cento della somma è sotto sequestro cautelativo, in ottemperanza ai provvedimenti emessi dalla Procura della Repubblica di Frosinone. La somma sequestrata è a disposizione della stessa Procura presso la Tesoreria della Regione Lazio. I pagamenti effettivi  inizieranno a partire dal 2 gennaio 2013”.

Ebbene, non solo quei soldi non sono mai arrivati, perlomeno sui conti corrente dei lavoratori, ma il neo commissario Filippo Palumbo la scorsa settimana ha siglato un accordo con i sindacati in cui si impegna a erogare 27 milioni di euro entro la fine di febbraio, di cui 7 già stanziati a dicembre. Eppure appena poche settimane fa il suo predecessore Bondi parlava di 20 milioni. Quindi, i conti non tornano proprio. E non tornano neanche ai lavoratori di Villa Buon Respiro che in questo gioco al rilancio in cui a perdere sono loro e i pazienti, si dicono stufi. “Non ce la facciamo più. Siamo rimasti al verde. Dobbiamo ricevere novembre, dicembre, la tredicesima e tra qualche giorno pure il mese di gennaio. E siamo esausti anche mentalmente: non ci fidiamo più delle rassicurazioni e dei rinvii”, si sfogano.

Oggi pomeriggio i vertici della proprietà si incontreranno con Palumbo per sottoscrivere il documento che porta già le firme dei sindacati regionali. Dopodiché qualcosa dovrebbe smuoversi, come riporta anche una nota di direzione e presidenza della Tosinvest inviata ieri pomeriggio ai dipendenti. Che però non ci credono più: “Se entro domani (oggi, ndr) non riceveremo rassicurazioni ufficiali sul pagamento delle spettanze siamo pronti a occupare Villa Buon Respiro, bloccare le attività di riabilitazione e presidiare i servizi. Questa volta – dicono – dovranno ascoltarci per forza”.

 

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