E alla fine si arrabbiò anche il “tenerone”. Già perché uno può essere buono e caro fino alla morte, rappresentare l’impersonificazione della “pacioccosità” (licenza poetica per descrivere il personaggio), ma quando è troppo, è troppo. E stavolta a Giovanni Arena, l’eterno secondo come Fiorenzo Magni nel ciclismo degli anni ’50, la fregatura non è andata proprio giù. E la fregatura è rappresentata dal fatto che per lui si sono chiuse contemporaneamente le porte della Regione (come candidato consigliere nella lista provinciale) e di palazzo dei Priori (come candidato a sindaco). E non è la prima volta che questo accade.
I toni rimangono pacati, perché l’uomo è mite di natura, ma le parole sono taglienti, a cominciare dalla risposta alla prima domanda: oggi, come si sente?
“Bah, mi sento come se mi fosse passato sopra un treno in corsa. Sono abbattuto e demoralizzato, soprattutto per come sono andate le cose”
Quando ha saputo la notizia dell’esclusione?
“Venerdì pomeriggio. Ma già da venerdì mattina avevo subodorato qualcosa di strano. Era venuta fuori infatti la questione che chi era candidato nel listino del presidente non poteva candidarsi nella lista provinciale. Allora ho chiamato Storace in persona e lui mi ha risposto che per altri non c’era stato alcun problema. Nel Pdl invece, è stato considerato un vincolo insuperabile”.
Un’escamotage per farla fuori?
“Questo io non lo posso dire. Dico però che Giulio Marini, dopo avermi chiesto il favore di dare la mia disponibilità per il listino del presidente, giovedì sera mi aveva chiamato, comunicandomi che ero stato candidato anche nella lista provinciale. Lui infatti, si era dovuto ritirare perché ineleggibile. Se avesse voluto correre avrebbe dovuto dimettersi da sindaco venti giorni prima”.
E allora, come sono andate le cose? E, soprattutto, come è uscito fuori il nome di Franco Simeone?
“Credo che la decisione sia frutto di un compromesso di cui non conosco le basi”.
I rumors dicono che ad imporlo sia stato Battistoni…
“Non lo so. Ma so che tra loro due i rapporti sono ottimi. Certo è che quel nome era al di là di ogni logica previsione della vigilia. E la base è arrabbiata. Non vorrei sbagliarmi, ma prevedo un forte disimpegno quando si andrà a votare”.
A chi addebita le maggiori responsabilità?
“Se un amico, con cui hai condiviso anni di battaglie politiche, ti dice una cosa, poi non può rimangiarsela. Il fatto è che io sono stato sempre considerato utile solo per portare voti”.
L’amico è Giulio Marini?
“E’ evidente”.
Facciamo un conto: quante volte si è dovuto fermare a un passo dalla meta?
“Diverse. Basta andarsi a rileggere le cronache dei giornali”
Prova più rabbia o delusione?
“Entrambe. Ma la rabbia dura poco. La delusione si prolunga, anche per la poca trasparenza con cui sono state gestite le cose”.
Cambieranno i suoi rapporti personali con gli amici del partito?
“Il tempo sarà galantuomo. Certo, avere subito un chiarimento con Giulio Marini è molto difficile”
Il suo futuro sarà ancora in Comune?
“Palazzo dei Priori per vent’anni è stata la mia casa. Ma in questo momento ho solo bisogno di riflettere e di valutare”.
Pdl, anche “Il Tenerone” decise di arrabbiarsi
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Comprendo l’amarezza ma suvvia, tornerà a suo antico lavoro. Ringrazi di averne uno.